La corruzione è diventata molto più sofisticata. Infatti sono cambiate le modalità, non si riesce a sorprendere più l’informatore scientifico dell’azienda farmaceutica che fa avere regali e favori al primario o al medico. La corruzione più diffusa è quella che riguarda i farmaci: in questo caso in cambio della scelta di un farmaco da parte di uno studio medico, un ospedale o una Asl, la ricompensa è costituita da regali, macchinari, finanziamenti.
Ultima Voce – Posted on aprile 24, 2016 from
Il Sud Italia occupa i primi posti di una classifica, parlando di corruzione in Sanità, ma non c’è da esserne orgogliosi, ci sarebbe da dire che però non poteva essere diversamente, purtroppo.
In uno studio condotto da Transparency International Italy in collaborazione con Rissc e Ispe-Sanità è emerso che in Italia solo 4 regioni sono immuni da negligenza medica e corruzione nel settore della sanità.
Per le forze dell’ordine arginare il fenomeno è diventato ancora più complicato, in quanto negli ultimi anni la corruzione è diventata molto più sofisticata. Infatti sono cambiate le modalità, non si riesce a sorprendere più l’informatore scientifico dell’azienda farmaceutica che fa avere regali e favori al primario o al medico, o le finte consulenze, o benefici fiscali, tutte tecniche che rendono più difficile intercettare il reato di corruzione.
Nel 2012 solo quattro regioni sembrano essersi salvate, che hanno quindi registrato al massimo due casi di corruzione. Per tutte le altre si va da un minimo di 2 ad un massimo di 10, con in cima a questa classifica la Campania, con oltre 10 casi. A seguire la Calabria, Puglia e Sicilia con 8-10 casi e Lombardia e Umbria con 6-8.
Gli elementi presi in esame per gli 87 casi sono: i casi denunciati, le indagini aperte, i processi iniziati o chiusi, e da questi dati raccolti sono risultate pulite solo 4 regioni: Val d’Aosta, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia e Basilicata. In mezzo ci sono Piemonte, Liguria, Marche e Abruzzo con 2-4 casi, e infine Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Molise e Sardegna con 4-6 casi.
In termini strettamente economici, per valutarne l’entità basti pensare che la Rete europea contro le frodi e la corruzione nel sistema sanitario ha stimato che in Europa il 5,6% del budget per la sanità è assorbito dalla corruzione.
“Il reato corruttivo, è un accordo tra persone, in cui nessuno ha interesse a denunciare, e dove non ci sono vittime dirette, né una conseguenza immediata. Ad esempio probabilmente non si sarebbe scoperto il caso della fornitura di valvole cardiache difettose se non fosse morto qualche paziente. E’ quasi impossibile calcolare il danno indiretto, senza contare che c’è la commistione con altri fenomeni. Le inefficienze in sanità rappresentano il 3-5%, ma all’interno di queste cifre non si può stabilire quanto sia rappresentato dalla corruzione. Non si può scindere insomma lo spreco dalla corruzione”
THE casi di corruzione analizzati da Transparency Italia rientrano in cinque categorie: nomine, farmaceutica, appalti di beni e servizi, sanità privata e negligenza medica.
Nel primo caso lo studio rileva come la politica usi la sanità come serbatoio e spartizione di voti. Qui le merci di scambio sono la nomina a direttore generale, sanitario o primario in cambio di voti e finanziamenti.
La corruzione più diffusa è invece quella che riguarda i farmaci: in questo caso in cambio della scelta di un farmaco da parte di uno studio medico, un ospedale o una Asl, la ricompensa è costituita da regali, macchinari, finanziamenti. La corruzione più costosa è quella degli appalti di beni e servizi, visto che rappresentano il 20-30% dei bilanci sanitari. In questo caso il beneficio viene elargito per avere l’appalto con gare tagliate su misura, trattative negoziali, abuso della contrattazione diretta, o anche in fase di fornitura, dando servizi di qualità e prezzo minore rispetto a quanto promesso nel capitolato d’appalto.
La corruzione nella sanità privata è invece giudicata quella più pericolosa per la salute del cittadino. In questo caso si cerca di intervenire sugli accreditamenti, o modificare il valore delle prestazioni, senza dimenticare che anche qui si annida il rischio di infiltrazioni mafiose, con il riciclaggio di denaro sporco con cui magari vengono acquisite intere cliniche.
Infine la negligenza medica: qui la corruzione è meno rilevante economicamente, ma limita l’accesso alle cure in base alle possibilità economiche del paziente.
In un altro studio condotto dall’OECD, Trust in Government, analizzando comparativamente la situazione di 29 Paesi nel mondo, è emerso che i più grandi esperti di normative anticorruzione sono gli stessi corrotti e corruttori, gli unici davvero interessati ad utilizzarle. A tal proposito la soluzione che viene proposta al termine di questo studio è che per combattere efficacemente la corruzione si dovrebbe:
«combinare normative e controlli sempre più stringenti con una solida educazione all’etica e alla moralità. Questa educazione deve iniziare insegnando l’etica della buona cittadinanza nelle famiglie e nelle scuole».
In realtà, forse, c’è una forma di rassegnazione nel cittadino italiano, costretto a convivere con un Paese difficile da risanare moralmente.
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Strumenti anticorruzione per il settore sanitario
Corruption in healthcare, Ministry-Anac protocol signed
Ed.: Ma perché è sempre colpa degli ISF?
How come the perception that Italians have of the ISF is that of little consideration if not of total negativity?
“Il cittadino oggi ha una percezione negativa che rende asimmetrico il rapporto tra il reale e il percepito: un’asimmetria “nera” che livella verso il basso. Una volta i giornalisti portavamo in tasca le famigerate tre s (sesso-sangue-soldi). Oggi si sta imponendo quella più importante: la Sanità, quasi sempre raccontata non per i casi di eccellenza in ambito clinico e di ricerca, ma per fatti di cronaca che solleticano le emozioni negative della gente, la paura, la sfiducia, l’isolamento. L’ISF rientra in questo ambito ed è sempre descritto come un corruttore, dedito a loschi affari. E’ chiaro che il giornalista non può rinunciare al diritto di cronaca, ma nemmeno attenersi al bollettino medico, cioè ad una versione istituzionale della notizia che metta d’accordo tutti. Oggi però il percepito dell’ISF è uno dei problemi della comunicazione sulla salute, un settore difficile che dovrebbe essere sostenuto da molta formazione professionale e conoscenza. Per un certo giornalismo ciò che conta è l’emozione, il linciaggio del carnefice, lo speculatore sulla salute, lo sciacallo che lucra sulle malattie. Oggi c’è facilità di interpretazione, poco controllo sulle notizie e velocità incontrollabile dei mezzi di comunicazione, ma soprattutto poca conoscenza del ruolo che dovrebbero avere e che hanno gli ISF.
And then the real actor in this professional short-circuit emerges: the demotion of the ISF. And if there is no qualification or there is no proportion between qualification and job, the result can only be disastrous.
Tutte le leggi vigenti qualificano l’ISF nella sua vera mansione: non ha e non deve avere valenze commerciali. Il motivo è abbastanza intuitivo e ovvio. Invece si fa di tutto per demansionarlo a puro strumento di vendita e quello che è grave è che anche i sindacati non capiscono questo errore e accettano di inserirlo nel CCNL come piazzista. Non si rendono conto che se l’ISF (o meglio l’ex ISF) deve guadagnare sulla vendita dei farmaci farà di tutto per ampliare la spesa farmaceutica, con buona pace dell’etica o dell’appropriatezza prescrittiva.
Un modello può venirci dalla Francia dove il governo ha costretto le aziende farmaceutiche a garanzie di buona pratica della informazione scientifica coinvolgendo i medici nel relativo controllo. In Francia viene costituito un Organismo di controllo che sceglierà un panell di medici (una sorta di medici sentinella) a rotazione, non noti alle aziende e agli ISF, che avrà lo scopo di “misurare la qualità delle pratiche di promozione, in base a criteri oggettivi, verificabili e trasparenti”. Sono vietate le visite accompagnate (da un Capo Area), è vietato l’uso di campioni di medicinali e non si possono inoltre denigrare le specialità delle imprese concorrenti. I trasgressori saranno duramente sanzionati.
Will it ever happen in Italy too? It would be enough for us that the laws in force were followed and that those responsible really check that they are applied. Journalists, in their very important role, should defend these positions.
The reality is that everything is silent, journalists shoot news only for comparison cases accusing the ISF (they should understand that it almost never depends on them), the companies silently demote the role of the ISF to a pure salesman, the unions, ignoring the problem, accept the business point of view. The law is there, but it's as if it didn't exist, nobody checks it. In the most complicit silence the "seller of medicines" comes to life
By now, then, there are also numerically fewer ISFs. Pharmaceutical companies have noticed that general practitioners count less and less from a prescribing point of view: those who decide the prescriptions are the pharmacists as regards generics, the various AUSLs which indicate what must be prescribed and give cash rewards to the doctors who they prescribe less or punish those who prescribe more, specialists and hospitals.
The ISFs, due to the increasingly marginal role of general practitioners, serve less and less pharmaceutical companies which understand the ISFs only as sales promoters and not as scientific information. Hence the dismissal of 15,000 ISF from 2007 to today, and it's not over yet!
La corruzione vera è a più alto livello, sotto i veri ISF sono quasi spariti: ci sono un gran numero di venditori che vengono chiamati ISF il cui unico scopo è appunto vendere per sopravvivere.
All in absolute indifference to the laws and in the indifference of those who should check that they are respected. Every now and then, a corruption phenomenon emerges and who is to blame? Obviously to the ISF. Whoever does this is obviously completely ignorant of how things work, blames the ISF and that's it. The ISF is the real scapegoat, the sacrificial lamb to allow the real corruptors and the truly corrupt to continue their illicit activities peacefully.
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