by Editorial board – gennaio 27, 2013 – Those who Pharmacy Magazine
La dispensazione del farmaco da parte delle Asl costa al cittadino un ticket “occulto” che si aggira mediamente tra i 3 e i 4 euro a confezione, per spostamenti e tempo perso. A svelarlo la ricerca del Centro studi Antares sui costi visibili e non della distribuzione diretta, commissionata da Assofarm (l’associazione nazionale delle farmacie pubbliche) e presentata stamattina a Bologna.
Researchers have turned their lens on four Emilian Local Health Authorities (Reggio, Bologna, Forlì e Cesena) e ne hanno analizzato i conti. L’analisi ha dovuto accettare qualche stima per induzione perché i bilanci delle Aziende sanitarie non sono sempre cristallini, ma i risultati non si discutono: la distribuzione diretta dei farmaci costa alla collettività più che la distribuzione dalle farmacie del territorio. Innanzitutto c’è la capillarità: le strutture che dispensano per conto delle Asl esaminate sono in un rapporto di uno a venti rispetto alle farmacie (pubbliche e private) disponibili nelle quattro province, quindi chi le deve raggiungere impiega più tempo (in media 19 minuti) e copre più chilometri (14 contro 2); inoltre gli orari di apertura sono meno ampi (rapporto 1 a 40) quindi il paziente è spesso costretto a sottrarre tempo al lavoro o alla famiglia. «Messo tutto assieme» ha spiegato Annalisa Campana, ricercatrice del Centro Antares «tra spese di trasporto e costo-opportunità, ossia il tempo perso, il cittadino paga un ticket occulto che oscilla tra i 3 e i 4 euro per ogni farmaco ritirato in un’Asl».
Ma ce n’è anche un altro, di costo occulto. E’ quello pagato dall’Azienda sanitaria per dispensare il farmaco nelle sue strutture anziché nelle farmacie: farlo per conto proprio in media costa all’Asl 3,74 euro a pezzo tra personale, magazzino e gestione, passando dalle farmacie risparmierebbe la collettività e risparmierebbe il singolo assistito. «La distribuzione dire