Il taglio intelligente della spesa pubblica è essenziale per recuperare risorse in modo “sano”, idonee dunque a rilanciare la crescita del nostro Paese.
Of Giuseppe Valditara | 28 agosto 2014 | Il Fatto Economia & Lobby | Il Blog
There spending reviews deve estendersi a tutti i rami della spesa pubblica andando nel dettaglio. Un esempio su cui si può incidere in modo significativo è la spesa pubblica per drugs. Corrisponde a 12 miliardi di euro l’anno, con peraltro profonde differenze regionali. Come per la spesa per farmaci, vi è un divario spesso significativo fra le 20 regioni. Quanto alla spesa ospedaliera per farmaci di fronte ai casi di Val d’Aosta e Lombardia con, rispettivamente, 112 e 118 euro pro capite, si hanno quelli di Puglia e Sardegna con 170 e 173 euro pro capite. La spesa regionale pro capite per vendite presso farmacie vede realtà virtuose come la provincia di Bolzano o l’Emilia Romagna con una spesa pro capite pari a 129 e 145 euro e regioni “spendaccione” come Sicilia e Campania con 235 e 228 euro pro capite.
Entro questi range già molto diversificati spicca un dato anomalo rispetto alle medie europee che, insieme ad un consumo eccessivo di farmaci, spiega in buona parte l’alto costo pubblico della spesa farmaceutica: in Italia l’uso di generic drugs, non coperti cioè da brevetto, è pari al 15% del totale. Siamo al penultimo posto prima della Grecia. Il confronto è impressionante: la Germania ha quasi il 70%, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna circa il 60% di farmaci generici consumati. Ora il farmaco generico costa mediamente il 50% in meno di quello coperto da brevetto, pur avendo la stessa composizione chimica.
In una ricerca fatta dal prof.Giorgio Colombo dell’università di Pavia risulta che vi è una anomale tendenza dei medici del Ssn a privilegiare i farmaci con brevetto rispetto a quelli con brevetto scaduto. Sempre secondo questa ricerca sono paradossalmente i pazienti appartenenti alle fasce sociali più basse a ricorrere maggiormente al farmaco “griffato”. Il nostro sistema sanitario oltre a scontare una più accentuata propensione dei medici a prescrivere farmaci sotto brevetto, e una scarsa informazione dei pazienti, sconta il fatto che vi è ancora una maggiore tolleranza che altrove a rimborsare farmaci brevettati ancorché più costosi del corrispondente generico, laddove il medico ne indichi la necessità terapeutica. Se la spesa farmaceutica per farmaci generici fosse in linea con i Paesi europei più avanzati ci si potrebbe attendere un risparmio di circa 4 miliardi di euro: pari al doppio di quanto atteso tassando le pensioni sopra i 3500 euro lordi, due volte circa il gettito derivante dall’aumento di un punto di Iva, 1/5 del gettito complessivo dell’Imu. Se poi si applicasse l’emendamento sui farmaci monodose approvato nel decreto liberalizzazioni del 2012, si aggiungerebbe un altro risparmio pari a circa 2 miliardi di euro.
Se vuoi approfondire questo e altri argomenti, collegati here.
FARMINDUSTRIA: SCACCABAROZZI, SETTORE PUO’ ESSERE VOLANO DELLA CRESCITA
Con Governo Renzi nuova aria, niente piu’ tagli (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Rimini, 28 ago – “La farmaceutica puo’ essere un volano per la crescita dell’ Italia, un Paese che puo’ diventare un importante polo” del settore a livello europeo.
Ne e’ convinto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, il quale – in vista del suo intervento di domani al meeting di Cl a Rimini, ricorda come il comparto abbia gia’ garantito al Paese “1,5 miliardi di investimenti e 2mila nuovi posti di lavoro”.
In questo senso Scaccabarozzi sottolinea l’apprezzamento per le iniziative dell’attuale esecutivo che, a differenza del passato, ha assunto un nuovo approccio alle varie problematiche del settore.
Oggi, secondo il presidente di Farmindustria, non ci sono tagli ma “proprio la stabilita’ di cui abbiamo potuto godere in questi mesi ci consente di presentare anche all’estero un’immagine positiva: quella di un Paese che ce la sta mettendo tutta”.
man-
(RADIOCOR) 28-08-14 17:41:51 (0448) 5 NNNN
Tagli, bagarre tra Mef e Salute. Cassi: “Governo rischia credibilità”
Tagli sì tagli no. Il destino della sanità continua a sembrare in bilico tra ministero dell’Economia e ministero della Salute. E se dalle pagine del Corriere della Sera Pier Carlo Padoan non esclude la possibilità che ci siano sottolineando come «ci siano margini finora largamente non considerati di miglioramento di efficienza in tutta la pubblica amministrazione», sanità compresa, Beatrice Lorenzin in rappresentanza del dicastero della Salute, gli risponde dalle pagine del Messaggero che «se sulla Sanità dovessero piovere nuovi tagli, gli italiani dovrebbero rinunciare nel medio periodo al sistema sanitario come lo conosciamo oggi. I cittadini dovrebbero ricorrere necessariamente, per potersi curare, ad assicurazioni private o ad altri sistemi». Che cosa aspettarsi? Per il presidente nazionale di Cimo-Asmd, Riccardo Cassi, si tratta di una querelle estiva tipica della politica. «Sono stati definiti degli accordi a luglio» spiega «ed è stato firmato il Patto per la Salute, perciò tenderei a escludere nuovi tagli. Un Governo che si rendesse protagonista di una simile manovra perderebbe del tutto di credibilità. L’unica situazione che potrebbe condurre a una deriva di questo tipo» aggiunge «è rappresentata da un eventuale default, di fronte al quale tutto diventa possibile». Ciò sottolineato per Cassi le parole di Padoan possono essere condivise perché «sacche di inefficienza non mancano anche nel comparto sanitario. Si tratta di identificarle e di reinvestire il risparmio sempre nella sanità. Ma i fondi stanziati per i prossimi tre anni non possono saltare». Altrimenti come minaccia il ministro Lorenzin «La Sanità gratuita sarebbe ridimensionata».
Marco Malagutti
Sabato, 30 Agosto 2014 – Doctor33