L’allarme lo lancia il sindacato Snami: nelle Aggregazioni funzionali territoriali-Aft dei medici di famiglia il referente sarà nominato dal direttore di distretto. In realtà, la piattaforma della Sisac, la rappresentanza interregionale di parte pubblica che sta trattando con i medici del territorio il rinnovo delle convenzioni, afferma che l’esponente Asl nominerebbe il suo interlocutore pescandolo da una terna presentatagli dai medici dell’Aft.
But Angel Head leader Snami non vuole “coordinatori” o apicali nominate dall’Azienda sanitaria. «Intendiamo eleggerli noi e a noi dovranno rispondere». La situazione resta difficile, alcune regioni vorrebbero spendere sul territorio anche professionisti di estrazione ospedaliera.
«Oggi Sisac ci ha illustrato l’articolo sulle unità complesse di cure primarie (dove operano mmg con altri professionisti, ndr) ed è anche peggio. La piattaforma – sottolinea Testa – propone una figura di coordinamento che “può anche essere un medico di medicina generale”, ma non necessariamente. Ci sono i margini perché l’Asl possa scegliere come tramite con noi un suo dipendente, medico ospedaliero o persino un infermiere».
Sottostante a tutto questo, «c’è l’intenzione di redistribuire su tutte le voci delle Aft e delle Uccp le indennità di associazionismo, informatica e di personale dello studio, facendole in sostanza riacquisire alle aziende sanitarie». Ma c’è di più. «Il medico potrebbe concorrere per ambiti di scelta diversi dal suo; se ci sono due centri vicini ma l’Uccp sorge in uno dei due, il medico operante nell’altro dovendo garantire ore nella sede centrale potrebbe essere spinto a chiudere il suo studio, visti anche i costi di gestione e la redistribuzione delle indennità, e a sguarnire così la sua zona. Il primo pensiero va al rapporto fiduciario: che fine fa?»
Le asperità della convenzione saranno valutate al congresso Snami in programma dal 2 al 4 ottobre a Roma. Nella stessa sede s’incontrano il 4/10 i medici fiscali delle sigle Snami, Fimmg, Anmefi, Sinmevico. Cgil-Cisl-Uil, per stabilire una strategia comune dopo la perdita stipendiale generata dalla sospensione al 90% delle visite d’ufficio da parte dell’Inps.
«Speriamo tutti in uno sblocco, la loro situazione è drammatica e in nome di ciò hanno superato le diversità di vedute. Difficile accada lo stesso tra noi sindacati della medicina generale: siamo uniti su alcune difficoltà ma non sui programmi, i rapporti non sono brillanti. Bene però che i colleghi delle altre sigle vengano, è il momento del confronto».
Mauro Miserendino
Giovedì, 25 Settembre 2014 – Doctor33
Simg, sì a nuove regole innovativi
“I medici di medicina generale sono in grado di prescrivere qualunque farmaco, purché siano messi nella condizione di conoscerlo e utilizzarlo appropriatamente.
Plaudiamo all’iniziativa dell’Aifa di selezionare 2000 medici di famiglia per inserirli nei percorsi terapeutici in appropriatezza. Questi professionisti potranno quindi prescrivere i farmaci innovativi sottoposti a Piano terapeutico, facoltà finora limitata solo agli specialisti”.
Lo afferma Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg). “Nessuno meglio del medico di famiglia – aggiunge – è in grado di compiere l’intero processo di conoscenza, identificazione del paziente eleggibile, selezione della terapia appropriata, valutazione degli “outcome”.
Cricelli ipotizza poi alcuni criteri per la selezione dei professionisti della medicina generale, che devono includere la qualità professionale misurabile dell’operatore e la possibilità di evidenziare gli outcome, cioè i risultati ottenuti attraverso la terapia.
“La decisione dell’Aifa – sottolinea il presidente Simg – pone rimedio a una situazione che risale a circa 15 anni fa e che abbiamo più volte denunciato. L’istituzione del Piano terapeutico ha determinato ‘distorsioni’. Questa meritoria iniziativa sta suscitando uno straordinario consenso tra i nostri medici”.
B.D.C. – – 25 settembre 2014 – PharmaKronos