È già successa, la storiaccia dei medici che intascano premi in denaro o viaggi o donazioni varie, offerti da qualche ditta produttrice di medicinali, purché prescrivano farmaci di quella ditta. È già successa, e adesso si ripete. Dunque è una costante. E allora guardiamo bene cosa ci rivela. Anzitutto, stavolta è una notizia che riguarda molte zone d’Italia, praticamente tutte: gli indagati sono 67, appartengono a strutture pubbliche ma anche a private, e le accuse sono di corruzione, istigazione alla corruzione, truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, falso e – mai sentita prima d’ora un’accusa con questo nome, ma ciò non significa che non ci fossero le condizioni – comparaggio.
"Comparaggio" fa pensare a un’associazione di affaristi senza scrupoli che fanno affari, badando che nella trattativa a due l’interesse di uno produca un interesse dell’altro. Le città dove sono state svolte le perquisizioni sono indicate sui giornali in ordine alfabetico, e vanno dal profondo Nord al profondo Sud: Ancona, Ascoli Piceno, Bari, Brescia, Cagliari, Caserta, Chieti, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, Lucca, Mantova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Roma, Terni, Torino, Trento, Trieste, Verona e Viterbo.
Che cosa succede, secondo le accuse? Succede che questi medici avrebbero accettato (ripeto: secondo le accuse) denaro contante, o Ipad, o vestiti, od ospitalità in alberghi lussuosi, o viaggi in terre esotiche, o gioielli, o altre forme di compenso, da parte di rappresentanti di una ditta farmaceutica, in cambio della prescrizione di particolari medicinali di quella stessa ditta, anche a chi non ne ha bisogno o in forme superiori al bisogno. Quei medicinali contengono ormoni della crescita. In taluni casi, la prescrizione sarebbe stata abbondante anche verso bambini, col risultato che i bambini venivano ‘gonfiati’ artificialmente, senza beneficio alcuno.