Erano almeno 150 gli Informatori Scientifici della Sigma-Tau che ieri sono arrivati a Pomezia per partecipare all’assemblea indetta dal “Comitato di tutela Isf Sigma-Tau” per la tutela della rete di informazione medico-scientifica Sigma-Tau, a cui stanno aggiungendosi anche molti altri lavoratori interni dell’azienda, attualmente sospesi in CIGS. “Siamo contrari all’ipotesi di accordo firmata in piena notte – hanno spiegato – ed al nostro dissenso si stanno unendo numerosi altri dipendenti, non informatori. Si tratta di persone che hanno situazioni familiari o personali molto complicate, come portatori di handicap, categorie protette, monoreddito con familiari a carico che non si sono sentiti sufficientemente rappresentati”. I promotori del Comitato, dopo aver ricordato che la cassa integrazione non è stata autorizzata né dalla Regione Lazio né dal MISE, hanno sottolineato come l’ipotesi di accordo abbia “profondamente incrinato la compattezza fra i lavoratori che ancora oggi presidiano da 44 giorni lo stabilimento di Pomezia” e che adesso sono chiamati a decidere se accettare o meno le condizioni previste dal documento. “Se dovessero prevalere i SI, votazione che a priori sembra essere a favore dei “salvati” per attuale superiorità numerica – chiariscono i responsabili del Comitato – si arriverà immediatamente a togliere il presidio permanente e riaprire i cancelli per la ripresa della normale attività lavorativa. Ma i lavoratori in CIGS, per primi gli informatori scientifici ma anche molti dei cosiddetti “salvati”, sono favorevoli al NO, poiché ritengono quest’ultima ipotesi di accordo molto peggiorativa rispetto a quanto promesso dall’azienda e accolto dai sindacati in tutti i confronti precedenti” La riunione di ieri è stata convocata per ascoltare il parere del Prof. Avv. Antonio Pileggi, che ha definito l’ipotesi di accordo peggiorativa rispetto a quanto era stato fino a quel momento rifiutato dalle organizzazioni sindacali. “Quindi – concludono – l’RSU potrà ottenere soltanto la vittoria della maggioranza dei “salvati”, che tra l’altro sono ancora sotto la pressione psicologica di cento lettere per la messa in CIGS non ancora inviate. Qualsiasi accordo venga siglato in queste condizioni non sarà per la tutela dei lavoratori, e non potrà in alcun modo sanare i vizi della attuale procedura”.
February 29, 2012