Ma attenzione, sui medici sarà compilata una pagella comportamentale, che prenderà in considerazione le loro…abitudini prescrittive. Sarà una libertà condizionata. Una delle limitazioni riguarda le prescrizioni soggette a condizioni, che scendono da 203 a 40. In questo ristretto numero di farmaci ed esami non sono presenti le prescrizioni più richieste.
Sicilia salute – 20/08/2016 – Redazione
contrordine, ai medici di base è stata restituita la libertà di prescrivere le medicine e gli esami che ritengono utili per i loro pazienti, senza dovere osservare il decalogo sulla appropriatezza, che tanto dissenso aveva provocato fra i camici bianchi, e non solo.
Sarà una libertà condizionata, perché ci sono stati dei ritocchi, pur significativi, alla regole comportamentali, ma niente a che vedere con ciò che nil Decreto sulla approprietezza pretendeva.
Non dovendo seguire pedissequamente le linee guida governative, i medici non corrono più il pericolo di subire sanzioni nel caso in cui l’esame prescritto fosse giudicato “non appropriato”.
Ma attenzione, sui medici sarà compilata una pagella comportamentale, che prenderà in considerazione le loro…abitudini prescrittive. I fari, insomma, rimangono accesi su coloro che esagerano, facendo spendere inutilmente molti quattrini al servizio sanitario nazionale.
In luogo della sanzione, una pagella. Per farne che cosa? Redigere il profilo del medico e seguirne il lavoro professionale.
L’altra limitazione riguarda le prescrizioni soggette a condizioni, che scendono da 203 a 40. In questo ristretto numero di farmaci ed esami non sono presenti le prescrizioni più richieste.
Il “decreto appropriateness“, dunque, non finisce nel cassetto del tutto, ma diventa uno strumento, tutto sommato ragionevole, per evitare eccessi. Vedremo se scompariranno, come il governo desiderava, gli “esami inutili”, per i quali il decreto prevedeva pesanti sanzioni per i medici di base che li avessero prescritto esami non indispensabili. Se ci hanno ripensato una ragione c’è, quando il medico non voleva, o poteva, prescrivere il farmaco o l’esame, incerto sulla sua indispensabilità, o spaventato dalle conseguenze, succedeva che il paziente, avendone le possibilità, acquistava farmaci o pagava l’esame nelle strutture privati. Con il risultato che a curarsi meglio erano coloro che godevano di un reddito medio-alto.
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 Febbraio il decreto stabiliva i criteri in base ai quali la prescrizione di 203 prestazioni di assistenza specialistica era giudicata “appropriata”, prevedendo sanzioni ove il medico avesse prescritto esami in condizioni differenti da quelli indicati dalle linee guida.
Le modifiche del decreto sono contenute in un Decreto della presidenza del Consiglio, che attende il nulla osta del Mef.
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