The increasingly wealthy in the pharmaceutical and financial sectors

Almeno 50 milioni di dollari vengono spesi dall’industria farmaceutica e sanitaria per fare lobby ogni anno nell’UE, dove risiedono 20 dei 90 miliardari che hanno fatto la loro fortuna in questi ambiti. Sono quelli che hanno visto il più alto incremento della loro ricchezza collettiva: 29 individui si sono uniti alla lista dei miliardari tra marzo 2013 e marzo 2014 (5 ne sono usciti), facendo salire il numero totale da 66 a 90, costituendo così il 5% del totale dei miliardari della lista. La loro ricchezza collettiva è aumentata da 170 miliardi a 250 miliardi di dollari, il 47% in più

19 gennaio 2015 – R.it Cooperazione

ROME – Nel 2014 c’erano 1.645 persone nella lista dei miliardari di Forbes. Questo gruppo è ben lontano dall’essere rappresentativo a livello globale. Quasi il 30% (492 persone) sono cittadini statunitensi. Oltre un terzo dei miliardari era già ricco in partenza, con il 34% che ha ereditato parte o la totalità dei loro averi. Questo gruppo è soprattutto di genere maschile e di età avanzata: l’85%i ha superato i 50 anni ed il 90% è maschio. Un elemento in particolare emerge: cioè che a diventare ancora più miliardari di quello che sono già sono gli imprenditori che operano nel settore farmaceutico e sanitario. In testa a tutti c’è l’italo-svizzero Ernesto Bertarelli, seguito a ruota da un magnate indiano, Dilip Shanghvi, ai vertici della Pharmaceuticals, con sede a San Diego in California, il quale evidentemente opera anche sul mercato del suo paese d’origine, nel quale vige una legislazione che impone regole nel commercio molto severe su quello che deve o meno essere brevettato. Fra le clausole c’è, ad esempio, quella che i brevetti non sono concessi su cambiamenti su medicinali già esistenti. Regole che vengono contestate dalle multinazionali come Roche, Novartis e Bayer

I più ricchi sono quelli del Farmaceutico. Tra il 2013 e il 2014 i miliardari nella lista con interessi e attività nel settore farmaceutico e sanitario hanno visto il più alto incremento della loro ricchezza collettiva. 29 individui si sono uniti alla lista dei miliardari tra marzo 2013 e marzo 2014 (5 ne sono usciti), facendo salire il numero totale da 66 a 90, costituendo così il 5% del totale dei miliardari presenti sulla lista. La ricchezza collettiva dei miliardari con interessi in questo settore è aumentato da 170 miliardi a 250 miliardi di dollari, un aumento del 47% e la più larga percentuale di aumento in ricchezza tra i differenti settori presenti nella lista Forbes.

I 10 miliardari più ricchi sono nel Farmaceutico: raffronto 2013-2014.Quelli cioè che hanno fatto la loro fortuna (o almeno parte di essa) grazie ad attività collegate al settore farmaceutico e sanitario. Ecco l’incremento della loro ricchezza tra marzo 2013 e marzo 2014

– Ernesto Bertarelli & famiglia, Svizzera, Biotech investments: 11.0 mld di $ nel 2013; 12.0 nel 2014; aumento del 9%

– Dilip Shanghvi, India, Pharmaceuticals: 9.4 mld di $ nel 2013; 12.8 nel 2014; aumento del 36% (in the photo on the right)

– Hansjoerg Wyss, Svizzera, Medical devices: 8.7 mld di $ nel 2013; 10.5 nel 2014; aumento del 21%

– Patrick Soon-Shiong, Usa, Pharmaceuticals: 8.0 mld di $ nel 2013; 10.0 nel 2014; aumento del 25%

– Ludwig Merckle, Germania, Pharmaceuticals: 7.1 mld di $ nel 2013; 8.6 nel 2014; aumento del 21%

– Stephen Pessina, Italia, Drugstores, 6.4 di $ nel 2013; 10.4 nel 2014; aumento del 63%

– Thomas Frist Jr & famiglia, Usa, Healthcare: 4.8 mld di $ nel 2013; 6.1 nel 2014; aumento del 27%

– Gayle Cook, Usa, Medical devices: 4.0 mld di $ nel 2013; 5.8 nel 2014; aumento del 45%

– Curt Engelhorn, Germania, Pharmaceuticals: 4.0 mld di $ nel 2013; 4.0 nel 2014; nessun aumento

– Cyrus Poonawalla, India, Biotech/vaccines: 3.9 mld di $ nel 2013; 4.9 nel 2014; aumento del 26%


Prima erano stati quelli del finanziario e dell’assicurativo.
 Ci sono alcuni importanti settori economici che hanno contribuito all’accumulo di ricchezza di questi miliardari. A marzo 2014, il 20% (321) venivano indicati per avere interessi o attività dirette o correlate ai settori finanziario e assicurativo, i più comunemente citati come fonte di ricchezza per i miliardari presenti nella lista. Da marzo 2013, c’erano 37 nuovi miliardari provenienti da questi settori e 6 ne erano usciti. La ricchezza accumulata dei miliardari provenienti da questi settori è aumentata da 1.010 miliardi di dollari a 1.160 miliardi di dollari in un solo anno; una crescita nominale di 150 miliardi di dollari, ovvero il 15%.

I 10 miliardari più ricchi nel Finanziario (2013-2014). Quelli cioè che hanno fatto la loro fortuna (o almeno parte di essa) grazie ad attività collegate al settore bancario e finanziario. Ecco l’incremento della loro ricchezza tra marzo 2013 e marzo 2014

– Warren Buffett, Usa, Berkshire Hathaway: 53.5 mld di $ nel 2013; 58.2 nel 2014; aumento del 9% (foto a sinistra)

– Michael Bloomberg, Usa, Bloomberg LP: 27.0 mld di $ nel 2013; 33.0 nel 2014; aumento del 22%

– Carl Icahn, Usa, Leveraged buyouts: 20.0 mld di $ nel 2013; 24.5 nel 2014; aumento del 23%

– Principe Alwaleed Bin Talal Alsaud, Arabia Saudita, Investments: 20.0 mld $ nel 2013; 20.4 nel 2014; aumento del 2%

– George Soros, Usa, Hedge funds: 19.2 mild di $ nel 2013; 23.0 nel 2014; aumento del 20%

– Joseph Safra, Brasile, Banking: 15.9 mild di $ nel 2013; 16.0 nel 2014; aumento dell’1%

– Luis Carlos Sarmiento, Colombia, Banking: 13.9 mld di $ nel 2013; 14.2 nel 2014; aumento del 2%

– Mikhail Prokhorov, Russia, Investments: 13.0 mld di $ nel 2013; 10.9 nel 2014; calo del 16%

– Alexey Mordashov, Russia, Steel, investments: 12.8 mld di $ nel 2013; 10.5 nel 2014; calo del 18%

– Abigail Johnson, Usa, Money management: 12.7 mld di $ nel 2013; 17.3 nel 2014; aumento del 36%

Milioni di dollari per attività di lobby.
 Le più grandi e affermate società del settore finanziario e assicurativo e di quello farmaceutico e sanitario raggiungono profitti estremamente elevati e perciò dispongono di imponenti risorse, che usano per retribuire i loro proprietari e investitori, aiutandoli ad accumulare le loro ricchezze personali. Tuttavia, queste risorse potrebbero anche essere potenzialmente usate per esercitare una certa influenza economica e politica. Una modalità a cui le imprese ricorrono per esercitare il loro potere di influenza è attraverso l’attività di lobby diretta sui governi, specialmente su questioni e politiche che hanno delle ripercussioni sui loro interessi aziendali.

Dai finanzieri Usa i contributi più forti ai partiti.
 Nel 2013, il settore finanziario, nei soli Stati Uniti, ha speso oltre 400 milioni di dollari per fare lobby, il 12% del totale speso nel 2013 negli Stati Uniti dalle lobby di tutti i settori. Inoltre, durante la campagna elettorale del 2012, 571 milioni di dollari sono stati spesi dalle imprese provenienti da questo settore come contributo alla campagna. Il settore finanziario è secondo il Centre for Responsive Politics, la più imponente fonte di contribuzione in campagna elettorale per i candidati federali e i partiti. I miliardari statunitensi con interessi nel settore finanziario rappresentano circa la metà del totale dei miliardari presenti sulla lista Forbes.

Le lobby nell’Unione Europea.
 Nell’Unione Europea, una stima di 150 milioni di dollari viene spesa ogni anno dal settore finanziario per fare lobby sulle istituzionivi. Tra marzo 2013 e marzo 2014, il numero di miliardari in UE con attività e interessi nel settore finanziario è cresciuto da 31 a 39, un aumento nella ricchezza collettiva da 34 miliardi di dollari a 128 miliardi. Mentre le imprese dei settori finanziario e assicurativo spendono le proprie risorse nel fare lobby volta a perseguire i propri interessi, e di conseguenza vedono aumentare i profitti e la relativa ricchezza di quegli individui coinvolti nel settore, i cittadini comuni continuano a pagare il prezzo della crisi finanziaria globale.

Quanto hanno pagato i contribuenti Usa per salvare i “loro” finanzieri. Il costo a carico del contribuente statunitense per il salvataggio del settore finanziario è stato calcolato essere stato di 21 miliardi di dollari. Se a seguito di questo salvataggio il settore finanziario si è ripreso bene, i livelli medi di reddito negli Stati Uniti devono invece ancora riassestarsi sui livelli pre-crisi. Secondo le stime del International Monetary Fund l’attuale costo sopportato dal contribuente per le “istituzioni finanziarie strategicamente importanti”  –  ovvero per le “too big to fail“, cioè le “troppo grandi per fallire” – è di 83 miliardi di dollari ogni anno.

Le lobby in Europa del Farmaceutico-Sanitario spendono 50 milioni.Almeno 50 milioni di dollari vengono spesi dall’industria farmaceutica e sanitaria per fare lobby ogni anno nell’UE, dove risiedono 20 dei 90 miliardari che hanno fatto la loro fortuna in questi ambiti e che insieme hanno visto nell’ultimo anno un aumento della loro ricchezza di 28 miliardi di euro. Nel 2013 i settori farmaceutico e sanitario hanno speso più di 487 milioni di dollari per attività di lobby nei soli Stati Uniti. Di più di quanto speso da qualsiasi altro settore negli USA, costituendo il 15% dei 3,2 miliardi del totale delle spese di lobby nel 2013. Inoltre, durante la campagna elettorale del 2001, 260 milioni di dollari sono stati spesi da questo settore in contributi alla campagna elettorale. Ventidue dei 90 miliardari coinvolti nel settore farmaceutico e sanitario sono cittadini statunitensi.

Tutto questo, mentre in Africa… Mentre milioni vengono spesi nel fare lobby dalle imprese farmaceutiche e sanitarie e miliardi vengono accumulati da individui coinvolti nel business di queste aziende, una crisi sanitaria dilaga nell’Africa Occidentale. Il virus Ebola ha minacciato nel 2014 e continua a minacciare la vita di milioni di persone in Guinea, Sierra Leone e Liberia. Le imprese hanno risposto positivamente alla crisi provocata da Ebola: alcune ditte farmaceutiche stanno investendo in ricerca per trovare il vaccino, il cui costo non è ancora conosciuto. Le tre principali aziende farmaceutiche, che sono membro dell’International Federation of Pharmaceutical Manufactureres & Associations (IFPMA) e che hanno dato il più ampio contributo allo sforzo per i soccorsi, hanno donato complessivamente più di 3 milioni di dollari in liquido contante e in prodotti sanitari.

L’aumento della disuguaglianza non è inevitabile. Ad ottobre 2014 Oxfam ha lanciato il rapporto “Partire a pari merito“, chiedendo ai governi, alle istituzioni, alle grandi imprese di affrontare il tema della disuguaglianza. Con questo briefing si è voluto dare un’evidenza ulteriore all’urgenza di dar vita ad un sistema economico e politico più giusto, a beneficio di ogni singolo cittadino. Oxfam rivolge un appello ai leader mondiali, compresi coloro i quali saranno riuniti quest’anno al World Economic Forum di Davos, affinché rimuovano i fattori che causano oggi questa spirale di crescente disuguaglianza ed attuino politiche di redistribuzione della ricchezza e del potere che tolgano ai pochi per dare ai molti.

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