Il palazzo che dovrebbe ospitare nella città olandese l’Agenzia in trasloco da Londra sarà pronto solo a fine 2019, dopo la Brexit. Sala: è il momento di essere aggressivi e di provarci
“È il momento di essere aggressivi, proviamoci. È il momento di alzare la voce, senza se e senza ma”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in onda su Rtl 102.5, parlando dello ‘spiraglio’ che si è aperto per vedere nuovamente riconosciuta all’Italia e a Milano la possibilità di ottenere la sede dell’Ema. Il sindaco ha chiamato ieri il premier Paolo Gentiloni: “Da quello che mi ha detto, oggi parte il ricorso. Non voglio illudere i cittadini: non ci sono altissime possibilità di riassegnarci il mandato ma bisogna provarci. E per questo chiamo la politica italiana al massimo impegno”. Il sindaco ha anche precisato che l’Ema non è “un’agenzia dei burocrati, autorizza nuovi farmaci o li toglie dal mercato. Sarebbe grave mettere a rischio la salute dei cittadini”. Se dovessero riaprirsi i giochi, “io non penso che i tempi sarebbero molti lunghi”.
Soluzione provvisoria “non ottimale”
La questione dell’assegnazione all’Olanda della sede dell’Agenzia europea del farmaco si è riaperto ieri quando si è saputo che la nuova sede dell’Ema ad Amsterdam non sarà pronta prima della fine del 2019 e la soluzione provvisoria “non è ottimale”, perché offrirà solo “la metà dello spazio” rispetto agli uffici londinesi.
Tajani: Parlamento Ue tutelerà cittadini europei
“Il Parlamento Europeo in piena autonomia e indipendenza e in qualità di colegislatore esprimerà la propria decisione sul trasferimento e sulla nuova sede dell’Ema. Sono sicuro che, come sempre, l’Europarlamento tutelerà gli interessi dei cittadini europei”. Lo ha detto il presidente del Pe, Antonio Tajani, alla luce delle ultime novità sul trasferimento della sede dell’Ema e in vista dell’esame della decisione con cui il Consiglio Europeo di dicembre ha assegnato ad Amsterdam la sede dell’agenzia.
La politica: portare la sede Ema a Milano
I primi a rilanciare la candidatura del capoluogo lombardo, bocciata dalla monetina dopo che il voto finale si era concluso in parità, sono il presidente della Lombardia Roberto Maroni e il sindaco Giuseppe Sala. “Ma come, Amsterdam non è pronta? Ci hanno presi in giro? – è il commento del governatore uscente – Cara Commissione Ue, riporta Ema a Milano, subito: il Pirellone è pronto e disponibile”. Gli fa eco il primo cittadino: “Milano è in grado di rispettare la tempistica richiesta, sia per la sede che per tutte le condizioni a latere. Sono in contatto con il Presidente del Consiglio per valutare tutte le possibili iniziative”. Per il candidato del centrosinistra alla Regione, Giorgio Gori, “sarebbe opportuno che le istituzioni europee tornassero a valutare la proposta di Milano” perché “alla luce dei nuovi fatti il dossier di Milano sembra però oggi preferibile”. Della stessa opinione il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per cui “Milano era pronta e operativa, sarebbe stato meglio decidere su elementi tecnici senza affidarsi alla sorte”. D’accordo anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, che chiede che “il governo riproponga la scelta di Milano. È importante fare presto nell’interesse dei cittadini europei”.
L’industria farmaceutica: a Milano sede prestigiosa già pronta
Anche dal mondo dell’imprenditoria farmaceutica emerge una richiesta di chiarezza. “Sono passati poco più di due mesi dall’assegnazione dell’Ema ad Amsterdam e siamo tornati al punto di partenza”, commenta Diana Bracco, presidente e amministratore delegato dell’omonimo gruppo farmaceutico. “Ciò che sospettavamo è emerso alla luce dei fatti: mentre Milano metteva a disposizione una sede prestigiosa, subito operativa e addirittura gratis per un primo periodo, Amsterdam non soltanto a causa di gravi ritardi non avrà la sede definitiva pronta nei tempi richiesti, ma anche la sede transitoria risulta inadeguata”, insiste la numero uno dei Gruppo Bracco.
Sede Amsterdam operativa solo dopo la Brexit
Nel presentare i piani per un “edificio di punta, moderno”, che accolga ad Amsterdam i circa 900 scienziati e ricercatori costretti a lasciare Londra a causa della Brexit, Rasi ha sottolineato che il palazzo, del valore fra 250 e 300 milioni di euro, non sarà pronto sino al novembre 2019 mentre l’agenzia dovrà essere operativa alla scadenza della Brexit, il 30 marzo. Il direttore di Ema ha ammesso che “le ambiziose sfide” hanno reso l’obiettivo “ancor più difficile”.
EMA: CODACONS SI OPPONE A RICORSO ITALIA A CORTE UE
ASSOCIAZIONE INTERVERRA’ NEL GIUDIZIO CHIEDENDO DI RIGETTARE RICHIESTE DEL GOVERNO. ITALIA INADEGUATA AD OSPITARE AGENZIA DEL FARMACO
Il Codacons si opporrà al ricorso alla Corte di Giustizia Europea annunciato dal Governo italiano sul caso dell’Agenzia Europea del Farmaco.
Abbiamo deciso di intervenire dinanzi le istituzioni comunitarie chiedendo il rigetto del ricorso che sarà presentato dal governo italiano – spiega l’associazione – Il problema non è certo la disponibilità di strutture e locali adeguati ad ospitare gli uffici dell’Ema, che possono essere messi a disposizione anche in una fase successiva, ma è solo ed esclusivamente quello dell’adeguatezza o meno di un paese ad ospitare un organo importante come l’Agenzia del farmaco.
E’ di tutta evidenza come le decisioni dell’Ema siano estremamente delicate poiché coinvolgono la salute pubblica interessando milioni di cittadini – prosegue il Codacons – Proprio per questo, al di là degli aspetti prettamente logistici, l’Agenzia non può avere sede in un paese come l’Italia in cui le pressioni delle case farmaceutiche sono fortissime, e dove si registrano legami anomali tra politica e lobby dei farmaci.
Trasferire a Milano gli uffici dell’Agenzia europea del farmaco vorrebbe dire privare l’ente della necessaria serenità e indipendenza che deve caratterizzare il suo operato, e per tale motivo interverremo nel giudizio dinanzi la Corte Ue chiedendo il rigetto del ricorso che sarà presentato dal Governo italiano.
Codacons – Comunicato Stampa – 30 gennaio 2018
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