Frantumare o sciogliere una compressa non equivale a prenderla integra perché la formulazione riveste una grande importanza sulla farmacodinamica e sull’esito di una terapia. Malgrado ciò molte persone non sono abbastanza informate o hanno difficoltà a rispettare la forma originale di un medicinale al momento della sua assunzione.
Secondo una ricerca pubblicata dal Journal of Pharmacy Practice and Research, il 14% dei pazienti, infatti, non è capace o non riesce a deglutire compresse o capsule. Chi assume più di quattro farmaci o di dosi al giorno è inoltre più incline a frantumare le pillole o ad aprire le capsule per inghiottirne il contenuto, piuttosto che assumerle intere.
È interessante notare che alcuni adottano questo comportamento anche se potrebbero deglutire senza problemi. Come ricordano gli autori, la tecnica di preparazione e la forma possono influenzare profondamente la validità e la tossicità di un farmaco e ogni principio attivo ha una sua formulazione specifica in base all’effetto ricercato, intervenire su questi aspetti potrebbe diminuire l’efficacia della terapia o aumentare il rischio di effetti indesiderati.
Dallo studio emerge un dato ancora più sorprendente: la maggior parte dei partecipanti ha deciso di alterare la forma originale del farmaco senza consultare gli operatori sanitari di riferimento ma chiedendo consiglio soltanto a parenti e amici. Nessuno di coloro che ha lamentato difficoltà di deglutizione ha coinvolto il farmacista nella richiesta di un consiglio su come facilitare la deglutizione. E questo è un problema.
Perché interessa il farmacista: sempre più spesso l’efficacia di una terapia è legata alla forma farmaceutica, specie se a rilascio modificato. Occorre assumere un ruolo pro-attivo nell’informare i pazienti e rendersi disponibili a sciogliere dubbi e affrontare difficoltà nell’assunzione dei farmaci.