«In Italia i prezzi dei farmaci, in particolare quelli oncologici, sono tra i più bassi in Europa. Infatti sono inferiori ben del 15 – 25% rispetto alla media europea». Lo afferma il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, in risposta all’appello fatto all’industria farmaceutica da Mario Clerico (Cipomo), relativo alla necessità di ridurre le spese legate a questa categoria di medicinali. Parlando con DoctorNews33, Scaccabarozzi sottolinea che «se non ci fossero questi prezzi, nel breve si esaurirebbe il filone di ricerca e non ci sarebbero nemmeno più i nuovi farmaci. Oggi sviluppare un farmaco costa – sottolinea il presidente – ci vogliono 10 anni prima dell’immissione in commercio, e solo 1 farmaco su 10.000 arriva sul mercato. Inoltre, se per svilupparlo pochi anni fa servivano 300 milioni di euro oggi ce ne vogliono 1 miliardo e mezzo». Esistono anche altri fattori che influenzano il prezzo complessivo dei farmaci nel nostro Paese; l’Italia infatti è «l’unica e prima in Europa negli schemi di rimborso condizionato – spiega Scaccabarozzi – spesso abbiamo accordi di cost sharing, risk sharing, payment by result, e dunque, se al prezzo del farmaco si tolgono tutte queste riduzioni, il prezzo effettivo va’ ben al di sotto del 25% di quello presente negli altri Paesi». La burocrazia italiana non agevola poi l’accesso agli oncologici, con conseguente rallentamento delle procedure legate al loro utilizzo: «Il nostro è l’unico Paese che detiene il record dei vincoli mondiali all’uso di questi farmaci», conclude Scaccabarozzi.
Attilia Burke
Martedì, 13 Maggio 2014 – Doctor33
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