NAPOLI – Un appalto vinto da un gruppo di imprese, la gara che viene annullata. Poi: lo stesso appalto che viene aggiudicato ad un’altra associazione di imprese, con un’inchiesta giudiziaria che si abbatte sulla principale cabina di regia in materia di spesa sanitaria.
Caso Soresa, c’è un filone di indagine al vaglio della Procura di Napoli. Dopo perquisizioni e acquisizioni di atti dello scorso giugno, gli inquirenti hanno deciso di mettere a fuoco il maxiappalto assegnato dalla commissione di gara della Soresa per la informatizzazione delle ricette mediche.
Hanno intercettato e acquisito testimonianze, hanno passato al setaccio le strategie della società nata per risanare il debito della Sanità in Campania. Da ieri mattina, gli atti che raccontano il nuovo solco investigativo sono stati depositati al Riesame di Napoli, alle cui porte i vertici della Soresa si sono rivolti dopo i recenti blitz di pg. Qual è l’ultima pista dei pm? Cosa raccontano gli atti depositati di recente alle parti?
Indagine «di sistema», ci sono conclusioni ad effetto: la gara sospetta avrebbe creato un danno di oltre dieci milioni di euro per le casse della malconcia sanità campana.
L’appalto riguarda l’affidamento del servizio di rilevazione e controllo dei dati della spesa farmaceutica delle Asl della regione Campania e i conti dei pm sono contenuti in un faldone di ottocento pagine fresche di deposito: invece di spendere 13 milioni di euro per coprire il servizio di rivelazione dei dati della spesa farmaceutica, ne sarebbero stati impiegati quasi 24 di milioni di euro.
Una maggiorazione di circa l’ottanta per cento, stando ai conti messi in campo dalla Procura di Napoli che oggi sono consultabili. Inchiesta condotta dal pm Graziella Arlomede, in forza al pool mani pulite dell’aggiunto Francesco Greco. Indagine «di sistema», che prende l’abbrivio decisivo alla fine dello scorso giugno, dopo una serie di perquisizioni e di acquisizioni di atti.
Chiaro lo schema investigativo: ci sono due gruppi imprenditoriali che si fronteggiano, da un lato la Ati «Cineteca-Input Data-Interdata» (in favore della quale era stata originariamente disposta l’aggiudicazione della gara, poi successivamente revocata), dall’altro l’Ati Santer-Cedoca-Megaride, che uscirà vittoriosa dalla gara pubblica. Qual è il punto?
La Procura ipotizza un accordo illecito tra l’ati vincente e alcuni esponenti di vertice della Soresa. Sotto inchiesta finiscono i vertici della Soresa, tra cui il direttore Francesco Tancredi e il presidente della commissione di gara Lucia Roncetti. S’indaga per un’ipotesi di turbativa d’asta, accusa respinta da parte di tutti i soggetti – pubblici e privati – finora a raggiunti da accertamenti e acquisizioni di atti. Difesa dai penalisti Stefano Montone e Mariano Rossetti, il presidente Roncetti respinge le accuse e si affida a una serie di pronunce del Consiglio di Stato (puntualmente riportate negli atti al Riesame) per evidenziare la correttezza del proprio operato.
Leandro Del Gaudio – Martedì 30 Agosto 2011