21 Settembre 2012 – 08:43
(ASCA) – Roma, 21 set – Il futuro del Servizio sanitario nazionale ”passa inevitabilmente attraverso la realizzazione di un nuovo patto tra medici, infermieri e le altre professioni sanitarie”: delle prospettive e su come effettivamente si potra’ concretizzare questo percorso si e’ discusso a Roma, presso l’Aula Magna della Libera Universita’ Luspio, nel corso del convegno dal titolo ”Le professioni sanitarie del futuro”, promosso dallo stesso Ateneo romano, leader nella formazione universitaria in sanita’.
In Italia ci sono piu’ medici pro capite rispetto alla maggior parte degli altri paesi Ocse. Nel 2008, l’Italia aveva 4,2 medici ogni 1.000 abitanti, al di sopra della media Ocse di 3,2. Gli infermieri, invece, sempre nel 2008 sono 6,3 ogni 1.000 abitanti, un livello nettamente inferiore rispetto alla media di 9,0 nei paesi dell’Ocse. Ma non e’ solo un problema di numeri e di rapporti da riequilibrare in chiave europea. C’e’ anche un problema di competenze.
E’ infatti indispensabile ridisegnare il rapporto tra medici e infermieri attribuendo a questi ultimi nuove competenze e atti. Ma non si parte da zero. Esempi di una nuova organizzazione del lavoro tra medici e infermieri sono gia’ in fase di sperimentazione in varie regioni italiane.
E’, ad esempio, il modello ‘See and treat’ adottato dalla Regione Toscana, su proposta della locale Societa’ di medicina d’urgenza, che consente ad infermieri, debitamente formati, di gestire nei Dea i codici bianchi. Ma il riferimento e’ anche alle ambulanze INDIA, nelle quali il personale infermieristico, all’uopo preparato, gestisce operazioni salvavita immediatamente prima dell’accesso all’ospedale. In Emilia Romagna, invece, il trattamento perioperatorio e’ svolto dagli infermieri. E in ultima istanza, una grossa novita’ e’ rappresentata dalla diffusione negli ospedali di molte regioni del centro-nord del modello dell’ospedale per intensita’ di cure che, affidando la gestione del posto letto al personale infermieristico esalta le funzioni precipue proprie della professione medica, liberandola da competenze improprie.
Su questa linea sta lavorando da alcuni mesi un tavolo tecnico Ministero Salute-Regioni allo scopo di delineare le nuove competenze di tutte le professioni sanitarie. Si e’ iniziato dagli infermieri e poi via via si affronteranno le altre specificita’ professionali.
La previsione e’ quella di affrontare l’insieme delle altre professioni sanitarie, ad iniziare