Contestata dalla ministra Beatrice Lorenzin – «classifiche negative ingiuste», protesta -la pagella al Ssn arriva questa volta dal rapporto «Meridiano Sanità», elaborato da The european House-Ambrosetti, presentato ieri a Roma Il rapporto documenta un gap notevole tra noi e l’Europa-quella “a 14” – sul versante dei servizi sanitari e della capacità di risposta ai bisogni di salute degli assistiti. Se sul fronte della qualitàdell’offertae siamo in linea con l’Europa e su quello dello stato di salute addirittura possiamo vantare ancora performance sopra la media, è sul piano dei servizi che il Ssn arranca nel giudizio complessivo. L’indice medio del rapporto ci vede con 4,7 punti, insieme al Portogallo, con la Grecia a 3,5; mentre in testa ci sono Svezia (84),
Questo però mentre il Ssn ha una quota di Pil del 6,9% contro una media Ue del 74 e la spesa media per abitante, tra pubblica e privata, è di 2.951 euro contro 3.774, a parità di potere d’acquisto. La ricetta?Investire ben di più in sanità, fare largo alla prevenzione, tanto più che, secondo le stime, ogni euro investito in prevenzione ne genera 2,9 – quasi tre volte tanto – di risparmio per prestazioni terapeutiche e riabilitative, con l’invecchiamento della popolazione che fa esplodere le cronicità e la non autosufficienza.
Altro nervo scoperto del Ssn, ricorda una volta di più il rapporto Ambrosetti, è la solita mina vagante delle forti difformità che caratterizzano a livello regionale il “fare sanità” in Italia. Con il Sud che resta nel fondo della graduatoria nazionale: nel complesso peggio di tutte rispettivamente Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. E con i voti massimi prima l’Emilia Romagna, poi nell’ordine Lombardia,Trentino Alto Adige,Toscanae Piemonte. Per dire, l’Emilia Romagna ha totalizzato un punteggio che è quasi pari al 65% in più della Campania. Due Italie a parte, due sanità all’opposto.
16/11/2016 – miowelfare Source Il Sole 24ORE
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