20 dicembre, 19:51
"Soluzioni sostenibili alle sfide di salute più pressanti a livello globale". Così Fabrizio Greco, amministratore delegato di Abbott, delinea la visione di responsabilità sociale d’impresa della casa farmaceutica.
"Abbott sta ridefinendo il concetto di responsabilità – spiega Greco -. Al di là delle attività filantropiche, applichiamo le nostre conoscenze scientifiche, le competenze acquisite e la tecnologia per rispondere ai bisogni di salute più critici attraverso collaborazioni e partnership innovative. Lavoriamo – prosegue – per costruire soluzioni sostenibili alle sfide di salute più pressanti a livello globale, riducendo allo stesso tempo il nostro impatto sull’ambiente, creando valore duraturo sia per gli stakeholder attuali che per quelli futuri".
Azienda globale che opera nel settore della salute e con sede a Chicago, Abbott conta 90 mila dipendenti in 130 Paesi, di cui circa duemila in Italia, ed è impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative nel mercato dei farmaci, dei dispositivi medici, della diagnostica di laboratorio e dei prodotti nutrizionali. L’affiliata italiana, fra le maggiori nel mondo, si trova a Campoverde di Aprilia, in provincia di Latina: fondata nel 1949, produce medicinali che vengono venduti in oltre 60 Paesi.
ANSA Salute & Benessere
"Circa 3,7 miliardi di dollari investiti in ricerca e sviluppo a livello globale lo scorso anno e una presenza in Italia significativa, con 40 studi clinici in corso che coinvolgono attualmente più di 130 centri italiani, fra pubblici e privati". Lo dice all’ANSA Fabrizio Greco, amministratore delegato di Abbott, definendo "cruciale" il segmento dell’innovazione per la casa farmaceutica e auspicando in Italia una "chiara programmazione e incentivi specifici" per la ricerca.
"In tutto il mondo – sottolinea Greco – l’azienda sta portando avanti 350 studi clinici" che coinvolgono oltre settemila scienziati. In Italia gli studi sono al momento 40 e riguardano trattamenti innovativi in oncologia, immunologia, nefrologia, infettivologia, neuroscienze e area cardiometabolica".
Un settore come quello della salute, prosegue, "che sta alla frontiera dell’innovazione, con elevato valore aggiunto, sociale oltre che economico, meriterebbe una chiara programmazione ed incentivi specifici, in un contesto di certezza delle regole. Crediamo – conclude – che ci siano gli elementi per farlo con successo ma è necessario che tutti gli attori in questo campo facciano la loro parte".
ANSA Salute & Benessere 20 dicembre 2011