
SNAMI: «La proposta avanzata da Ausl suona come una sorta di un comparaggio al contrario»
In Romagna si accende il dibattito sulla proposta dell’Ausl di incentivare i medici di famiglia a limitare la prescrizione di farmaci. L’iniziativa prevede un fondo di 550mila euro per il 2025, destinato a ridurre l’uso di antibiotici e la somministrazione eccessiva di farmaci agli anziani. Tuttavia, la misura incontra forti resistenze da parte del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), che la considera in contrasto con l’etica professionale.
L’obiettivo della misura
L’Ausl Romagna, da tempo impegnata nel controllo della spesa farmaceutica e nella promozione di un uso più appropriato dei medicinali, ha individuato due aree critiche. Da un lato, un utilizzo elevato di antibiotici, che contribuisce alla crescente resistenza batterica; dall’altro, il trattamento farmacologico eccessivo tra gli over 75, con il 12,08% dei pazienti che assumono nove o più farmaci al giorno. Per affrontare il problema, 230mila euro saranno destinati alla promozione degli antibiotici a spettro ridotto, mentre 140mila euro serviranno a ridurre il numero di anziani sottoposti a terapie con mix di medicinali.
Le critiche dei medici
Nonostante l’intento dichiarato di migliorare la qualità delle prescrizioni, lo Snami Rimini ha già annunciato la sua opposizione alla proposta, come avviene dal 2023. Secondo il sindacato, incentivi di questo tipo rischiano di compromettere l’indipendenza dei medici, inducendoli a modificare le prescrizioni non solo per ragioni cliniche, ma anche per ottenere il premio economico. La polemica si inserisce in un contesto più ampio di attenzione ai rapporti tra sanità pubblica e dinamiche economiche, richiamando alla memoria episodi passati di ingerenze dell’industria farmaceutica sulle scelte terapeutiche.
Un investimento che potrebbe essere destinato altrove
Oltre ai dubbi di natura etica, gli oppositori sottolineano che i fondi stanziati potrebbero essere utilizzati in modo diverso. La proposta alternativa avanzata dallo Snami è quella di impiegare queste risorse per migliorare la formazione dei medici o per l’acquisto di nuove attrezzature sanitarie, come ambulanze o strumenti diagnostici avanzati.
La discussione resta aperta e l’Ausl Romagna dovrà ora valutare come procedere di fronte a un fronte di medici contrari a quella che considerano un’interferenza nelle loro scelte terapeutiche.
Note
«Io non firmerò – spiega il presidente riminese SNAMI Pietro Pesaresi – E’ giusto prescrivere farmaci appropriatamente? Sì! E’ deontologico dare premi in denaro ai medici per prescrivere “meglio” certi farmaci ? Ne dubito fortemente….»
«È giusto prescrivere farmaci con appropriatezza ma dubito con forza che sia deontologico dispensare premi in denaro ai medici perché compilino meglio le ricette».
«La proposta avanzata da Ausl suona invece come una sorta di un comparaggio al contrario. Tutto parte dall’analisi di dati da cui è emerso, tra l’altro, che a Rimini si prescrivono troppi antibiotici rispetto alla media regionale. Il che provoca gravi conseguenze perché più antibiotici si usano, teniamolo a mente, più i microbi diventano resistenti agli antibiotici stessi. Ecco perché si tratta di medicinali da prescrivere con criterio e solo qualora sia necessario.
Ma da qui a proporre premi in caso di tagli alle ricette, ce ne corre. È nostro dovere rispettare il codice deontologico secondo cui il medico non può essere influenzato da nulla che non siano la sua scelta, la coscienza e l’utilizzo delle risorse.
Zero intromissioni, dunque, e a maggior ragione zero pressioni. In ambulatorio, in buona sostanza, non deve aleggiare alcun retro pensiero, si valutano solo le priorità del paziente».
(Source: Corriere di Romagna)
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