Le prime sperimentazioni dovrebbero partire già nei primi mesi del nuovo anno, il "via si parte" invece scatterà nel dicembre successivo. È il calendario della ricetta elettronica così come dettato dal decreto che nella Gazzetta ufficiale del 12 novembre scorso definisce assetto e flussi della prescrizione digitale. A regime, il medico prescriverà on line sul sistema informativo regionale (come il Siss lombardo) o quello del ministero delle Finanze (il Sac, Sistema di accoglienza centrale) se la regione non ne è fornita; una volta compilata la ricetta lascerà all’assistito una ricevuta su carta bianca contenente codice fiscale e numero della ricetta elettronica, che serviranno al farmacista per recuperare la prescrizione e spedirla. In teoria tutto semplice, in realtà le perplessità degli operatori si appuntano soprattutto sulla capacità della rete (banda larga) e dei sistemi: in media un medico di famiglia produce un paio di centinaia di ricette al giorno, una farmacia di medie dimensioni ne spedisce quasi altrettante. «In effetti il problema della banda larga è quello che più ci preoccupa» conferma Gianni Petrosillo, segretario di Federfarma Lombardia e componente del gruppo di lavoro sulla ricetta elettronica costituito dal sindacato titolari con la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) «c’è il rischio che almeno nella prima fase, quella sperimentale, il lavoro in farmacia possa aumentare. Anche se dalle nostre software house arrivano rassicurazioni sul rapido aggiornamento dei gestionali alle nuove necessità». Se non altro, da parte pubblica sembra esserci piena disponibilità a un percorso concertato: «A dicembre avremo un incontro tra Sogei (la società di servizi delle Finanze, ndr) e i presidenti di Federfarma per presentare la novità e spiegare le procedure». E poi la dematerializzazione delle ricette seguirà un percorso graduale: «Prima inizieranno le regioni già attrezzate come la Lombardia» prosegue Petrosillo «poi le altre. E la sperimentazione servirà a verificare eventuali criticità». Senza contare che la carta non sparirà dall’oggi al domani: «Se ci saranno interruzioni del sistema, i medici potranno sempre tornare al vecchio ricettario rosso. E le farmacie potranno spedire la ricetta off line, per caricarla poi successivamente». Rimangono alcune incognite, a partire dalle fustelle (Federfarma vorrebbe si attaccassero al promemoria dell’assistito, la Lombardia propone il registro), ma dalla prescrizione digitale dovrebbero arrivare anche vantaggi: «Una volta a regime» osserva Petrosillo «gli errori sulle esenzioni dovrebbero sparire e si guadagnerà parecchio tempo nella tariffazione delle ricette».
24 novembre 2011 – Farmacista33