Revision of the handbook, from the Aifa meetings stronger price cut hypothesis
Fedaisf editorial staff
L’obiettivo, come si ricorderà, è quello di ricavare risparmi per circa mezzo miliardo di euro, attraverso un intervento sui prezzi dei farmaci raggruppati per categorie «terapeuticamente assimilabili»
Potrebbe scattare con un paio di settimane di ritardo la revisione del Prontuario cui l’Aifa sta lavorando dai primi di settembre in base a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 2 luglio. L’obiettivo, come si ricorderà, è quello di ricavare risparmi per circa mezzo miliardo di euro, attraverso un intervento sui prezzi dei farmaci raggruppati per categorie «terapeuticamente assimilabili». Allo scopo l’Agenzia del farmaco ha avviato dal 7 del mese un giro di incontri con una settantina di aziende, per una negoziazione che ha coinvolto in totale 580 specialità di fascia A. Ieri si è concluso l’ultimo scaglione di colloqui, che hanno riguardato sette imprese, ora si attendono le tappe a venire. Secondo voci di fonte industriale, infatti, negli incontri l’Aifa si sarebbe limitata a presentare a ogni azienda il suo “conto”, ossia i risparmi attesi sul portafoglio selezionato. Resterebbero ancora da raccogliere, dunque, le scelte di ciascuna rispetto alle tre opzioni concesse dalla legge 125/2015, che ha recepito l’intesa di luglio: taglio dei prezzi, rimborso tramite pay-back o riclassificazione in fascia C.
Potrebbero quindi essere necessari ancora alcuni giorni per raccogliere tutte le risposte, tanto che secondo alcune fonti la determina finale dell’Agenzia dovrebbe uscire attorno a metà ottobre anziché il 30 settembre, come originariamente previsto. Peraltro, l’orientamento che si sta consolidando tra le aziende parrebbe essere quello di un taglio ai prezzi anziché un rimborso mediante pay-back: quest’ultima opzione, solitamente la preferita dai produttori, risultava in un primo tempo la più gettonata, poi però alcune imprese avrebbero “rotto” il fronte e sposato l’intervento sui prezzi, costringendo le altre sulla stessa strada per tutelare le proprie quote di mercato.
Arduo al momento quantificare l’entità dei ribassi, anche se come detto il risparmio risultante dovrebbe ammontare a 500 milioni di euro annui: alle aziende, infatti, l’Aifa avrebbe mostrato soltanto cifre lorde, ancora da “spalmare” sui prezzi dei singoli prodotti. Una modalità di lavoro, tra l’altro, che avrebbe suscitato qualche contrarietà tra le aziende, impossibilitate così a verificare la congruità delle stime. Nei prossimi giorni se ne dovrebbe sapere di più. (AS)