Per il presidente Cimo Riccardo Cassi c’è differenza tra il richiamo all’appropriatezza del contratto dipendenza 2008 (l’articolo 4 toglie l’indennità di struttura a chi mal gestisce le risorse finanziarie) e le nuove norme. «Per quanto i contratti ci responsabilizzino, non si è mai parlato di vincoli prescrittivi sugli esami diagnostici, ma semmai sulle medicine con le note Aifa: chi non le rispetta paga il costo del farmaco. In tema di prescrizioni di esami c’è piuttosto una sentenza di Cassazione che condanna un medico (la 35922/2012 ndr) e afferma che le linee guida contengono valide indicazioni generali riferibili al caso astratto, ma il medico è sempre tenuto ad esercitare le proprie scelte considerando le peculiarità del caso concreto, nel rispetto della volontà del paziente».
Peraltro, lungi dall’essere rispettati, per Cassi i contratti sono violati dall’intesa. «Ventilando punizioni sulla retribuzione accessoria, si tolgono per legge emolumenti fissati dal contratto vigente. Un ospedale inoltre se vuole ha i mezzi per scoprire se un medico prescrive troppi esami: ma deve avviare un’indagine, provare le cose. Con le nuove regole invece la procedura repressiva potrebbe esser resa più automatica». Come presidente dell’Alleanza per la Professione Medica (con Fimmg-Fimp-Sumai) Cassi allinea le norme sulla responsabilità patrimoniale al comma 566 che dà potere agli infermieri su materie di pertinenza medica. «Noi diciamo no a tutte le norme che, come comma 566 e responsabilità patrimoniale, rendono le nostre competenze diverse o inferiori rispetto a quelle dei colleghi del resto d’Europa. Non siamo contrari a una crescita delle competenze dei professionisti sanitari ma non vogliamo ci venga tolto il controllo sul percorso diagnostico terapeutico di cui siamo responsabili».
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Si fa della responsabilizzazione del medico l’obiettivo primo, e si dimenticano le sacche di spreco, come le indennità accessorie di svariate decine di migliaia di euro percepite dai consiglieri regionali. I ministeri sono stati responsabilizzati di fronte ai propri sprechi, le regioni no. Forse il Governo dovrebbe intervenire».
Mauro Miserendino – Martedì, 21 Aprile 2015
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