La Commissione Europea ha pubblicato i risultati di un sondaggio “speciale”, commissionato a Eurobarometer, nell’ambito degli sforzi intrapresi dalle istituzioni europee per contrastare il preoccupante fenomeno della resistenza agli antimicrobici (AMR). Il reports contiene alcune note positive, come la diminuzione di circa il 6% nel consumo di antibiotici a livello europeo, ma allo stesso tempo mette in luce la scarsa consapevolezza relativa agli effetti derivanti dall’uso degli antimicrobici (antibiotici in particolare), soprattutto se inappropriato.
Più di un terzo degli europei, secondo il sondaggio, ha assunto antibiotici nei dodici mesi precedenti l’indagine. Ma allo stesso tempo i risultati mostrano che la conoscenza del meccanismo d’azione di questi farmaci rimane bassa. È indicativo che la maggioranza degli europei (57%) non sappia che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus. I risultati del sondaggio, si legge nel comunicato della Commissione Europea, dimostrano chiaramente che esiste un legame diretto tra una migliore informazione e minori consumi.
Per quanto riguarda l’Italia, il 43% degli intervistati ha dichiarato di aver assunto un antibiotico nel corso degli ultimi dodici mesi e nel 94% dei casi l’antibiotico è stato ottenuto “attraverso un medico”. Ancora scarsa, anche nel nostro Paese, la comprensione dei meccanismi d’azione, con il 60% degli intervistati convinti che “gli antibiotici uccidano i virus”, mentre il 38% crede che siano “efficaci contro raffreddori e influenza”. Il 21% del campione è convinto che si possa interrompere il trattamento con antibiotici “quando ci si sente meglio”.
I dati di Eurobarometer confermano quindi quanto affermato dalle istituzioni sanitarie italiane, ovvero l’esistenza di un problema di tipo culturale nell’approccio a questa straordinaria classe di farmaci, che necessita di interventi mirati e sinergici, con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema Salute. L’appropriatezza nella prescrizione, infatti, viene influenzata da numerosi fattori e nel caso degli antibiotici si è arrivati senza dubbio ad un uso eccessivo e spesso non corrispondente alle necessità terapeutiche.
AIFA, ad esempio, da anni porta avanti una campagna annuale per sensibilizzare cittadini e operatori sanitari sull’importanza di ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico che ne accerti l’effettiva utilità, di non interrompere mai la terapia prima dei tempi indicati dal medico o, comunque, solo dietro suo consiglio e di non assumere antibiotici per curare infezioni virali.
A livello europeo, il Piano d’Azione sulla AMR (2011-2016) della Commissione è attualmente in fase di valutazione e contribuirà ad alimentare, assieme ai risultati dell’Eurobarometro, i lavori attualmente in atto per identificare il valore aggiunto d’azione dell’UE in materia di lotta contro la resistenza antimicrobica a partire dal prossimo anno e oltre. L’obiettivo è quello di continuare a garantire che l’UE continui ad essere una regione leader per l’adozione di best practices nel campo della resistenza antimicrobica, fornendo una importante spinta a favore dell’innovazione e della ricerca nello sviluppo di nuovi antibiotici, così come di alternative terapeutiche a questi medicinali.
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