Pharmacy remuneration: But AIFA serves whose interests?

By Editorial board on October 19, 2012

E’ notizia di ieri l’accordo raggiunto tra AIFA, Fedefarma, ADF and Assofarm on the new remuneration of pharmacies and wholesalers. A remuneration that is made up of a lump sum and a percentage on the price of the ex-factory drug which has the advantage of homogenizing the treatments at a national level by eliminating the distortions that currently characterize the reimbursements of Regions at pharmacies.

Dunque apparentemente sembrerebbe tutto bene. Ma è proprio cosi? No, noi crediamo che questa poteva essere l’occasione per una vera spending rewiev in questo settore. Ristrutturare il processo distributivo del farmaco, a cominciare dalla fase di determinazione del prezzo di acquisto del farmaco SSN, per fare quelle economie sulla spesa farmaceutica, che sole permettono di finanziare i servizi professionali necessari a garantire un’assistenza qualificata sul territorio per i pazienti più bisognosi. Infatti non si comprende perché mai le regioni possano acquistare i farmaci direttamente dalle pharmaceutical companies con uno sconto di almeno il 50%, mentre per quelli distribuiti dalle farmacie debba pagare alle stesse aziende farmaceutiche un importo pari al 65% del prezzo dei farmaci, con una perdita secca di almeno un miliardo di euro. Un regalo alle aziende farmaceutiche e magari anche ai distributori intermedi? E ancora ci interroghiamo sul perché Federfarma non ha preteso l’allineamento dei prezzi di acquisto visto che con esso si sarebbe favorito il passaggio dei farmaci in DD e DPC verso la farmacia?

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