La nuova normativa europea sui dispositivi medici subirà un rinvio dell’entrata in vigore. Il Governo ha infatti stabilito di chiedere una delega al Parlamento per l’approvazione di un decreto che riordini l’intera normativa e la coordini con il nuovo Regolamento UE. Solo con la definitiva approvazione di tale decreto, prevista per il 2021, partiranno gli adempimenti a carico delle farmacie.
Queste le novità per quanto riguarda le questioni propriamente regolatorie, ovvero il décalage di almeno 4 anni, dalla data del 26 maggio 2020, dell’effettiva applicazione della normativa alla quasi totalità dei dispositivi medici in commercio.
Vi è anche, però, una seconda novità in merito a questioni più strettamente amministrative, ovvero, nello specifico, il coordinamento tra le nuove disposizioni direttamente applicabili del Regolamento UE ed il Decreto legislativo attualmente in vigore (n. 46/97). Simmetricamente, la medesima operazione verrà svolta per i dispostivi medici in vitro normati dal Regolamento europeo gemello n.2017/746.
Di interesse anche la definizione di un sistema sanzionatorio che dovrà essere efficace, dissuasivo e proporzionato alla gravità delle violazioni.
Ugualmente di interesse, l’individuazione delle “modalità di tracciabilità dei dispositivi medici attraverso il riordino delle banche dati esistenti in conformità al Sistema unico di identificazione del dispositivo (sistema UDI) previsto dai regolamenti (UE) 2017/745 e 2017/746”.
Il fatto che il nostro Paese abbia potuto godere di una deroga, fino al 9 febbraio 2025, per l’effettiva implementazione della tracciabilità del farmaco etico ad uso umano potrebbe, tuttavia, creare un problema alle farmacie in merito all’effettiva implementazione della normativa sulla tracciabilità dei dispositivi medici.
Infine, la questione di alcuni software utilizzati dalle farmacie che dovranno ora essere registrati, per la prima volta, come dispositivi medici (ad esempio i servizi di telemedicina o quelli che permettano alla farmacia di fornire il servizio di aderenza alla terapia ai propri pazienti).
Federfarma ha inviato, a riguardo, specifico quesito al Ministero della salute per poter avere dei chiarimenti sulle modalità da seguire al fine di ottenere la certificazione per tali prodotti. Inoltre, abbiamo ribadito, nella medesima lettera, la nostra disponibilità ad essere convocati per poter fornire il contributo della categoria in vista della definizione dei decreti legislativi in parola.
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