Spesa farmaceutica, Amati: “È legge la decadenza dei DG delle Asl in caso di sprechi che tolgono risorse per bisogni vitali”
Puglia Notizie – 15 marzo 2022
Dichiarazione di Fabiano Amati
“È legge la decadenza dei Direttori generali delle Asl qualora non dovessero rispettare il tetto di spesa farmaceutica diretta ospedaliera. Non si può più tollerare uno spreco di circa 264milioni nel 2020 e circa 220milioni nel 2021. Pressappoco anche nel 2021. È questo un grave problema perché gli sprechi incidono per il 50 per cento sul bilancio autonomo, togliendo risorse a obiettivi più importanti e a problemi che solo a pensarli piange il cuore, e non ci aiutano a uscire dal piano di rientro.
Ringrazio il collega Antonio Tutolo che con me ha avanzato la proposta”.Lo dichiara Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione, promotore della legge approvata oggi.“Il dovere di offrire salute non corrisponde al diritto di sprecare, perché le risorse sprecate potrebbero essere impiegate per servizi allo stato carenti. Nel 2020 il Fondo Sanitario Nazionale ha assegnato alla Puglia 7.909.197.395 euro. Per gli acquisti diretti dei farmaci (al netto dunque dei gas medicali) il tetto massimo era ed è pari al 6,69 per cento, dunque 529.125.306 euro. Le Asl hanno speso, nel 2020, invece 792.933.887 euro, con uno scostamento di 263.808.582 euro. E nel 2021 non sta andando certo meglio, con uno spreco di circa 220milioni.
Non diversa la situazione nell’acquisto diretto da parte delle Asl dei gas medicali. Il raffronto tra i primi quattro mesi del 2020 e i primi quattro mesi del 2021 non ha molti margini di variazione. Tetto massimo sul FSN stabilito lo 0,20 per cento. In quei primi quattro mesi del 2020– unici dati ad oggi a disposizione per il raffronto – su un tetto di 5.248.043 euro ne sono stati spesi 9.224.958, con uno scostamento negativo di 3.976.914euro.Nello stesso periodo di riferimento per il 2021, su un tetto con la stessa percentuale pari a 5.272.798 euro ne sono stati spesi 9.348.116 euro, con uno scostamento negativo di 4.075.318 euro. La situazione è dunque particolarmente grave, per cui c’è la necessità di adottare misure drastiche.
La nostra proposta divenuta oggi legge prevede dunque una maggiore responsabilizzazione dei manager delle aziende sanitarie, i quali devono sapere che la mancata adozioni di atti di contenimento della spesa comporta la decadenza dall’incarico per dettato di legge. Non si tratta ovviamente di una criminalizzazione, poiché vorremmo che l’approvazione della legge coincida con la soluzione del problema e che quindi non ci sia bisogno di far decadere i direttori generali. Facciamo infatti affidamento sul dato d’esperienza che gli uomini prestano maggiore attenzione alle attività per cui vengono adibiti quando il mancato raggiungimento degli obiettivi può far scattare una conseguenza di carattere diretto, come appunto lo è la decadenza”./comunicato
Deliberazione Num. 90 del 15/03/2022
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Note:
Una legge con il pugno di ferro per controllare la spesa farmaceutica, riporta il Corriere del Mezzogiorno. Andranno a casa i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere che non raggiungessero il risultato, ossia il rispetto del tetto di spesa fissato dalle norme di settore. Il testo, proposto da Fabiano Amati (Pd) e Antonio Tutolo (Misto), è passato senza voti contrari: 27 i consiglieri a favore, dieci gli astenuti (quelli di centrodestra). Soprattutto, va detto, la legge ha ricevuto la benedizione della giunta.
La legge, continua il Corriere del Mezzogiorno, prevede la nomina in ogni azienda di un «reponsabile» del monitoraggio e del controllo, se non già previsto in organico. Se dal suo rapporto emerge un’attività prescrittiva dei medici «non coerente» con gli obiettivi di contenimento della spesa, il «responsabile» adotta i provvedimenti necessari. Se non lo facesse, il compito verrebbe demandato al direttore sanitario. Se questo non provvede decade dal ruolo. E se alla fine l’Asl non ottenesse i risultati prescritti, a decadere sarebbe il direttore generale
Sulla spesa «convenzionata» (conclude il Corriere del Mezzogiorno) da 4 anni a questa parte si stanno ottenendo notevoli risparmi. Il gruppo di FdI (Zullo, Caroli, De Leonardis, Gabellone, Perrini, Ventola) obietta che è nata «una legge per far rispettare un’altra legge». Anzi le tante norme che già oggi obbligano i dg a rispettare il budget. «Il centrosinistra – aggiunge FdI – vuole punire i dg spreconi, ma è lo stesso centrosinistra a riconoscere loro ogni anno il premio di risultato e l’aumento di stipendio per aver raggiunto gli obiettivi».
Tra i fattori disfunzionali c.d. “endogeni”, scrive la Presidente di Federsanità Tiziana Frittelli su Quotidiano Sanità,, tracciati con la massima evidenza nella relazione, è richiamata la “resistenza da parte dei medici specialisti nella scelta delle terapie con maggior rapporto di costo-efficacia, e dunque verso la scelta di farmaci generici o biosimilari”: la “eliminazione” di questa “resistenza” sembra assumere determinante rilievo nel disegnare l’assetto delle responsabilità degli stessi Direttori e, correlatamente, della loro decadenza per legge a fronte dell’insufficiente presidio di tale fattore.
È questo il punto più discutibile o, meglio, a parere di Federsanità, inaccettabile, continua Frittelli. Pur, ovviamente, riconoscendo e concordando in ordine alla circostanza che, nel monitoraggio del consumo dei medicinali non si può certamente prescindere dall’analisi dei profili di appropriatezza d’uso, individuando indicatori idonei a rappresentare le scelte prescrittive del medico e le modalità d’uso del farmaco da parte del paziente, non sembra assolutamente congruo ascrivere alla conclusiva responsabilità del Direttore generale il “overcoming” della resistenza da parte dei medici specialisti nella scelta delle terapie con maggior rapporto di costo-efficacia.
Liberatore, AD di IQVIA, dice a proposito della spesa farmaceutica: “E’ improprio fissare un tetto di spesa farmaceutica così basso quando si sa che verrà sfondato per oltre due miliardi di euro ed è pertanto importante che questo tema torni a essere una priorità della politica”.
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Con legge n. 232 del 2016 (la Legge di Bilancio 2017) – poi modificata con L 145/2018 e L 178/2020 – sono stati definiti i tetti per la spesa farmaceutica, così ripartiti: il 7 per cento del Fondo sanitario nazionale per la spesa farmaceutica convenzionata, quella cioè della distribuzione attraverso le farmacie pubbliche e private convenzionate; il 6,85 per cento del Fondo sanitario nazionale per la spesa farmaceutica derivante dall’acquisto diretto da parte di Asl e Regioni di farmaci e gas medicali, quindi farmaci ad uso ospedaliero e ambulatoriale, distribuzione diretta da parte delle strutture sanitarie per la somministrazione a domicilio e distribuzione per conto attraverso gli accordi con le farmacie territoriali.
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Per conoscenza. Da Os.Med AIFA: