La nuova proposta per la remunerazione delle farmacie? "Noi come al solito non ne sappiamo nulla mentre invece, in una logica di filiera, è un argomento che richiederebbe un confronto anche con le aziende farmaceutiche. Chiediamo un dialogo urgente per evitare problemi successivi".
A intervenire su questo tema il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. Il sistema proposto dal ministero della Salute, che va a modificare l’accordo raggiunto con l’Aifa il 16 ottobre scorso, prevede un sistema misto su due fasce per le farmacie, fascia unica per i grossisti.
Lo schema del ministero riconosce alle farmacie una quota fissa inferiore a quella prevista dall’intesa con l’Aifa e una quota percentuale più alta. Per i medicinali con prezzo fino ai 50 euro, in particolare, i titolari riceverebbero un ‘fee’ di 0,55 euro a pezzo più un margine del 17%; sui farmaci con prezzo sopra ai 50 euro, invece, la quota fissa salirebbe a 5,5 euro e la variabile scenderebbe al 10%.
Poi le maggiorazioni: 0,50 euro in più sulla quota fissa per ogni equivalente con prezzo allineato alla quota di rimborso, 0,10 euro (sempre sul fee) per le farmacie con fatturato annuo Ssn inferiore a 258.228,45 euro.
"Siamo colpiti – dice Scaccabarozzi a Pharmakronos – dal fatto che siano stati inseriti ulteriori incentivi per la vendita di generici, con quote fisse aggiuntive quando viene prescritto un equivalente. Ancora una volta, norme differenzianti" che danneggiano l’industria dei ‘griffati’.
Nonostante il fatto che, "se si riconosce un ‘delta’ per il generico – evidenzia – costerebbe meno rimborsare il griffato a brevetto scaduto, che spesso costa meno dell’equivalente".
Insomma, le aziende dei grandi brand sembrano soffrire sempre più, con "una situazione delle vendite in Italia estremamente negativa rispetto agli scorsi anni. Siamo in attesa dei dati di chiusura del 2012 ma il ‘sentore’ non &