Una ricerca spiega il fallimento dei medicinali non ‘griffati’. Mazzarella (Cgil medici): “Qui non esiste una politica del farmaco. C’è una scarsissima attenzione da parte di molti, i medici prima di tutti”
Of ANTONELLO CASSANO – 01 dicembre 2015 – R.it Bari
L‘antinfiammatorio di marca al posto di quello prodotto dalla casa farmaceutica meno nota, la confezione più costosa di pillole per la pressione, quella con la scatola rossa, anche se il farmacista propone un medicinale praticamente identico e con un prezzo inferiore. In farmacia i pugliesi preferiscono la griffe al risparmio. Preferenze che costano. Da gennaio a settembre del 2015 in tutta la Puglia sono stati spesi 58 milioni di euro per coprire la differenza tra farmaci equivalenti e quelli di marca e i costi non fanno che aumentare. In tutto il 2014 per lo stesso motivo sono stati spesi oltre 76 milioni di euro (l’anno prima non si superavano i 68 milioni).
I dati emergono da una ricerca messa a punto dal magazine specialistico Aboutpharma con il patrocinio di Assogenerici. Secondo la ricerca, nel 2014 la Puglia si è classificata al quindicesimo posto in Italia per consumo di medicinali generici, sia in termini di confezioni vendute (20,8 per cento) che in termini di spesa (13,8). La media italiana è di gran lunga superiore, visto che si attesta al 24,7 per cento per confezioni dispensate e al 16,5% per spesa. La ricerca dimostra anche che in Puglia non solo si spende di più, ma si acquistano anche più farmaci rispetto alla media nazionale. Non è un caso se nonostante lo scorso anno l’utilizzo di farmaci equivalenti di classe A (completamente rimborsabili dal servizio sanitario nazionale) sia aumentato del 7,1 per cento, anche la spesa totale sia aumentata dello 0,5 per cento.
Cosa si intende per farmaco generico o equivalente? Come è scritto in una direttiva europea del 2001 “è un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità “. Tutto chiaro? Non tanto, stando alla diffidenza dei pugliesi nei confronti di questi farmaci. Peccato che l’incremento dei generici possa far bene anche alla cassa. Basti pensare che grazie agli equivalenti il servizio sanitario nazionale negli ultimi tre anni ha risparmiato oltre 700 milioni di euro. Senza, lo Stato avrebbe speso 4 miliardi in più dal 2000 a oggi. Quanto alla spesa sanitaria corrente pugliese, è passata da circa 5 miliardi di euro nel 2002 a quasi 7 miliardi nel 2013, secondo quanto riporta la Ragioneria dello Stato.
Una battaglia, quella della promozione dei farmaci generici per ridurre gli sprechi nella spesa farmaceutica regionale, promossa anche dai sindacati: “Più volte abbiamo segnalato il problema a tutti gli assessori alla Sanità – conferma Antonio Mazzarella, segretario regionale della Cgil medici – L’ultima volta è successa pochi giorni fa davanti al dirigente d’area Giovanni Gorgoni. Una delle fonti di spreco è quella della prescrizione dei farmaci. La verità è che in Puglia non esiste una vera politica del farmaco. Viene promessa, ma non si realizza. C’è una scarsissima attenzione da parte di molti, i medici prima di tutti, a utilizzare il generico. Se non fosse per i farmacisti con migliore sensibilità rispetto agli altri, nessuno conoscerebbe questi medicinali meno costosi e ugualmente efficaci. Anzi, c’è anche qualche medico che spesso sostiene che alla fine il generico non ha la stessa efficacia del farmaco di marca. Chissà per quale motivo”.
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