L’economista, ‘inutile’ obbligo prescrizione principio attivo. L’obbligo di prescrivere i farmaci utilizzando il principio attivo non porta veri vantaggi economici: non consente nessuna riduzione di spesa per lo Stato mentre i pochi benefici – in termini di risparmio diretto per i consumatori e di incentivi alla concorrenza – potrebbero essere raggiunti in modo più semplice. A bocciare la proposta dell’Antitrust e sconsigliare un eventuale emendamento in Finanziaria è Fabio Pammolli, direttore Fondazione Cerm e professore di economia e management sanitario all’università di Firenze.
In effetti, spiega Pammolli, con la prescrizione del principio attivo, per il Ssn non ci sarebbero differenze, visto che gia’ il farmaco viene rimborsato al prezzo piu’ basso dei prodotti equivalenti venduti. A guadagnarci sarebbero solo i cittadini che non trovano (o non vogliono) in farmacia il generico meno caro. E ci sarebbero vantaggi sul piano della concorrenza. Ma l’idea proposta dall’Antitrust rappresenta una “strada tortuosa” – secondo Pammolli – per ottenere, in entrambi i casi, ciò che misure più dirette di incentivi alla distribuzione garantirebbero comunque. “Prima di toccare il comportamento prescrittivo – avverte l’esperto – sarebbe molto meglio, per favorire il risparmio dei cittadini, rimuovere l’anomalia esistente negli incentivi alle farmacie” che non sono incoraggiate a vendere i farmaci meno costosi. Per favorire la concorrenza, invece, “anteporrei misure diverse: seguirei – dice Pammolli- la via del decreto Bersani, interverrei sulla liberalizzazione delle farmacie. Puntare, dunque, alla distribuzione, alla revisione dei margini dei distributori e alla deregulation, piuttosto che alle prescrizioni”. L’obiettivo di sviluppare meglio il mercato dei generici in Italia è sacrosanto “ma questo non è uno strumento giusto, appropriato e commisurato allo scopo”. Casomai si dovrebbe “andare avanti con le liste di trasparenza e con l’informazione ai cittadini”. Da Doctornews 27-11-06