È stato presentato ieri in Senato il "Manifesto per l’aderenza alla terapia farmacologica sul territorio italiano", documento che si propone di intervenire sulla piaga della mancata compliance nei pazienti affetti da patologie croniche. Infatti, nei Paesi occidentali, le statistiche indicano che solo un paziente su due aderisce correttamente al trattamento farmacologico, con gravi conseguenze cliniche, psicosociali ed economiche. Stefano Cianfarani, professore associato di Pediatria presso l’Università Tor Vergata di Roma, rileva che il problema è presente in ugual misura nei bambini con malattie croniche. Ma come è possibile intervenire? «Raggiungere l’obiettivo di una aderenza completa – spiega Cianfarani – richiede non solo e non tanto la cooperazione del bambino ma la collaborazione attiva, continua, paziente e motivante dei genitori e del pediatra di famiglia, oltre che del pediatra specialista». Durante il convegno è stata sottolineata l’importanza di impostare una relazione terapeutica fatta di dialogo e continuità assistenziale. Paziente, medico e sistema sanitario sono i principali attori che devono essere coinvolti. Il senatore Antonio Tomassini, presidente dell’Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione che ha promosso il convegno, ritiene che sia «fondamentale motivare i pazienti, coinvolgendoli attivamente nel processo terapeutico e nel monitoraggio degli effetti positivi e negativi del trattamento, trasmettendo loro un concetto molto importante: l’aderenza alla terapia». Fondamentale è anche il ruolo del medico curante, che deve essere motivato e in possesso di tutte le informazioni utili per fare rispettare al paziente le corrette indicazioni terapeutiche Infine, il Sistema sanitario nazionale influisce sull’aderenza offrendo concretamente i farmaci. Ma, a volte, la necessità di contenere i costi porta a modificare l’impianto terapeutico, con ripercussioni negative sulla corretta assunzione dei farmaci da parte del paziente.
31 gennaio 2013 – DoctorNews33