Roberto Cota, governatore del Piemonte, contro gli sprechi nei consumi di farmaci: «Premetto che si tratta di una suggestione, voglio chiarirmi le idee» ha detto ai giornalisti a margine di un evento «ma quello delle confezioni fuori misura è un problema nei problemi. Si potrebbe valutare un accordo con le case farmaceutiche e con i farmacisti per consentire loro di aprire le scatole e vendere soltanto il necessario». Le confezioni ottimali, appunto: se ne parla da anni, diversi governi hanno messo il tema tra gli interventi programmatici per contenere la spesa farmaceutica, tempo addietro si era persino arrivati a formare un gruppo di lavoro, ma non è mai saltato fuori nulla di concreto. Forse perché quando si arriva alla resa dei conti si scopre che non c’è molto da risparmiare: ridurre della metà una confezione da venti compresse non comporta una riduzione del prezzo del 50%. Quanto poi all’ipotesi di consentire ai farmacisti di aprire le scatolette e dispensare soltanto il dosaggio necessario, i primi a storcere la bocca sono proprio i camici bianchi: «Abbiamo già scritto al governatore per fargli capire che l’idea è impraticabile» spiega il presidente di Federfarma Piemonte, Luciano Platter «forse Cota pensa a quello che accade in Gran Bretagna, ma là la vendita di compresse sfuse riguarda i generici unbranded, qui parliamo di tutti i medicinali del Ssn. Invece, se si vuole parlare di appropriatezza, sarebbe più fruttuoso coinvolgere i farmacisti nel monitoraggio dell’aderenza alla terapia da parte dei pazienti: il vero spreco sono le scatolette lasciate a metà perché il malato, spesso anziano, si dimentica di prendere il farmaco o si scoraggia».
Farmacista33 – 28 luglio 2011