By James Giannecchini on 6 ottobre 2012
Dalla Toscana arriva altra solidarietà a Farmindustria e a tutto il settore. Dopo le parole dell’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini sono arrivate parole importanti anche dall’altro schieramento politico, il PdL. A dare voce al partito è stato il coordinatore regionale PdL Toscana, Massimo Parisi: “L’pharmaceutical industry e’ un segmento significativo dell’economia toscana e del panorama produttivo nazionale con circa 130mila addetti, fra diretti e indotto, e un costante investimento in research and development. Questo settore, dopo aver comunque pagato un prezzo importante al risanamento dei conti pubblici, ha subito pesanti contraccolpi a seguito della legge sull’obbligo di prescrizione del active principle”. Non ci sono dubbi: in Tuscany sono molto preoccupati per il futuro del ramo farmaceutico e la cosa non meraviglia nessuno visto che nella Regione l’importanza del settore è fondamentale (non dimentichiamo che Menarini ha sede proprio nella Regione del Rinascimento). Destra e sinistra, tutti in coro, per una volta uniti sotto un’unica bandiera, a difendere l’industria farmaceutica, che ha un valore determinante nell’ottica della Tuscany region e che conserva un’importanza fortissima in tutto il territorio italiano. Parisi si sofferma sulle conseguenze dei contraccolpi che l’industria farmaceutica sta subendo a causa della nuova regolamentazione in materia: “Contraccolpi che potrebbero essere drammatici anche dal punto di vista occupazionale, se non si apporteranno modifiche a una legge che a fronte di vantaggi minimi per le casse pubbliche, incide pesantemente sul mercato del farmaco, mettendo a rischio numerosi jobs. Le leggi, anche quando animate dalle migliori intenzioni, devono sottoporsi al vaglio delle conseguenze della loro applicazione. E il primo periodo di applicazione della norma sull’obbligo di indicazione del principio attivo da parte dei medici, sta provocando contraccolpi decisamente preoccupanti che non possono essere ignorati dalla politica, anche perché’ non produttivi di alcun risparmi