Le misure governative di deregulation sugli Otc hanno portato benefìci anche al comparto parafarmaceutico: le aziende continuano a investire nell’innovazione, mentre le insegne sviluppano progetti per ottimizzare i layout
Un quadro generale positivo e prospettive di crescita incoraggianti caratterizzano il mercato dei prodotti parafarmaceutici nei punti vendita della distribuzione moderna. I dati forniti da Iri e aggiornati ad agosto 2007 confermano questa tendenza e negli ultimi dodici mesi il comparto è stato protagonista di una crescita sia a valore che a volume. Nel canale iper e super le quantità commercializzate hanno superato i 730,5 milioni di referenze, con un incremento del 5,6% rispetto al 2006. Il giro d’affari complessivo ha registrato una variazione in positivo del 4,9% e ha raggiunto i 203,8 milioni di euro. La recente liberalizzazione dei farmaci da banco ha senz’altro contribuito a vivacizzare la situazione di un settore che, fino a qualche tempo fa, era caratterizzato da una certa stagnazione. Sono molte, infatti, le opportunità offerte dal decreto Bersani in termini di incremento dei volumi e di profittabilità della categoria. «I prodotti parafarmaceutici – conferma Daniela Comi, sales account director di Iri – si inseriscono perfettamente nel contesto attuale, che vede il moltiplicarsi di reparti dedicati all’interno dei punti vendita, sia con veri e propri corner salute, sia con concetti espositivi stile shop in shop». Ma esiste un secondo aspetto che non si può sottovalutare. «Rispetto agli anni passati – continua Comi – abbiamo assistito a un altro macrofenomeno. L’intero settore non è più vissuto dal consumatore esclusivamente come un insieme di articoli parafarmaceutici, ma inizia a essere percepito come una vera area di salute e benessere a forte componente edonistica e curativa in generale. Ecco allora che una categoria nata con prodotti basici come cotone, cerotti e siringhe si è arricchita nel tempo fino a sconfinare quasi nel segmento cosmetico e di cura della persona». I principali trend del mercato sono confermati dai player che operano nel settore. «L’attenzione alla propria salute e al benessere fisico – afferma Corrado Bergamini, direttore marketing di SSL Healthcare Italia – è un ‘megatrend’ che si sta manifestando chiaramente e che è destinato a diventare sempre più evidente. Il parafarmaco nel canale moderno si sta arricchendo di categorie, quasi sempre mutuate dal canale elettivo delle farmacie e sanitarie; tali categorie stanno a loro volta spostando il focus dal semplice prodotto di servizio a prodotti per la cura della persona e il controllo della salute». Il vero punto di svolta per consacrare la crescita potrebbe essere la maggiore attenzione del trade nei confronti di questa categoria, attraverso l’impegno in termini espositivi e di assortimento. «Sarà fondamentale – continua Bergamini – differenziare l’offerta dei corner dai prodotti già reperibili a scaffale. E essenziale che il consumatore percepisca che si tratta di qualcosa di nuovo rispetto a quanto trovava già nel medesimo punto vendita». Salta all’occhio, infatti, che il più delle volte i progetti dei corner salute tendono a ricreare una sorta di shop in shop, ossia una farmacia riprodotta all’interno dell’ipermercato. Questo si discosta molto da quanto avviene in altri Paesi dove l’approccio è diverso, sia in termini di assortimento che di servizi offerti, come i momenti di informazione in store per facilitare le scelte del consumatore. Dello stesso avviso Matteo Masini, product manager della linea Farmasan di Gabbiano: «Fino a oggi la Gdo ha gestito il reparto parafarmacia in modo abbastanza superficiale e marginale, rinunciando di fatto agli innumerevoli benefici e compromettendo le potenziali performance derivanti da una gesti