Mentre le farmacie, grazie ai decreti del ministro Fazio, si trasformano progressivamente in vere e proprie "Case della Salute", gli ambulatori dei medici diventano a forza sportelli amministrativi per il disbrigo di pratiche come certificati di malattia ed esenzioni dal ticket. L’amara constatazione è dell’Ordine dei medici di Roma, che in un comunicato risalente a giovedì scorso avanza severe critiche alla farmacia dei servizi e ai decreti attuativi del ministero della Salute, l’ultimo dei quali (su infermieri e fisioterapisti) ufficialmente in vigore dal 4 maggio. A non andare giù all’Ordine capitolino è il sorpasso che i titolari avrebbero compiuto nei confronti dei medici. «Pur nella massima considerazione per l’indispensabile ruolo del farmacista» scrive il presidente, Mario Falconi «non si capisce la scelta di dare priorità alla trasformazione delle farmacie in "case della salute" e, per contro, quella di non applicare lo stesso criterio alle molte forme associative dei medici che operano nel Paese». Per non parlare poi dei pericoli: ci sarebbe infatti «il rischio concreto di favorire una sorta di "consumismo sanitario"» con un aumento della spesa sanitaria privata e di quella pubblica per esami e prestazioni indotte. «Un elettrocardiogramma con risposta automatica» specifica ancora Falconi «può determinare in un soggetto ansioso allarmi ingiustificati». Per l’Ordine di Roma, in sostanza, dai decreti arriverebbero gli stessi rischi che i titolari di farmacia sono soliti sventolare quando all’orizzonte si profilano liberalizzazioni del servizio o della distribuzione. Addirittura, agli occhi del presidente Falconi la riforma innescata dal d.lgs 153/2009 sulla farmacia si presenta come un provvedimento liberista che dimostrerebbe come «politica e Governo, quando vogliono, sono capaci di innovare, anche se in modo distonico».
Farmacista33 – 9 maggio 2011