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Over 11 wages of a worker to pay a manager

Dove ci sono posizioni a più alto livello di specializzazione, più alti saranno i guadagni. E questo vale sia per le banche, ma anche per altri settori come l’ingegneria, la farmaceutica, le biotecnologia, il settore navale e delle telecomunicazioni. Una variabile importante è anche la dimensione dell’azienda: con il crescere del numero di dipendenti, cresce anche la retribuzione media. Il JobPricing Salary Outlook 2015: un neoassunto guadagna meno della metà di un lavoratore adulto.

Lidia Baratta – 16/02/2015 –  LINKIESTA

La retribuzione annua lorda media dei lavoratori italiani nel 2014 è stata di 28.977 euro, pari a circa 20.306 euri netti in busta paga. Che significa uno stipendio di 1.560 euro al mese. Ma c’è una differenza non di poco conto tra chi ricopre ruoli più in alto e chi quelli più in basso. Un dirigente guadagna mediamente 107mila euro, un quadro quasi 54mila euro, un impiegato 31mila euro. E per un operaio si scende in media a poco meno di 24mila euro. Vale a dire che per una retribuzione media di un amministratore delegato sono necessari 11,3 stipendi di un operaio. Il problema è che, secondo l’analisi delle forze lavoro fatta dall’Istat, il 90% dei lavoratori italiani è composto da impiegati e operai. I dirigenti sono poco più del 2 per cento. I calcoli si trovano nel “JobPricing Salary Outlook 2015”, che ha monitorato gli stipendi dei lavoratori italiani, analizzando 100mila profili di dipendenti e aziende private. Quello che viene fuori è anche un forte divario di stipendi tra uomini e donne, ma soprattutto tra giovani all’ingresso nel mercato del lavoro e adulti vicini alla pensione.

piramideL’Italia, in base alla retribuzione media lorda dei lavoratori, quasi 29mila euro al mese, si trova al nono posto in Europa. Posizionata sotto l’Irlanda e sopra la Spagna. Ai primi posti ci sono Lussemburgo, Olanda e Belgio. Ma esistono anche differenze a livello territoriale. Lo stipendio di chi lavora nel Nord Italia, pari a circa 30mila euro, è superiore del 19,8% rispetto allo stipendio medio di chi lavora nel Mezzogiorno e nelle isole, pari a 25mila euro. Tra le cinque regioni con lo stipendio medio più elevato ci sono tre regioni a Statuto speciale: la Valle d’Aosta al primo posto con 31.559 euro, al secondo posto il Trentino Alto Adige e al quinto il Friuli Venezia Giulia. Al terzo e al quarto posto ci sono invece due aree trainanti dell’economia italiana: la Lombardia, con Milano in testa tra città per una retribuzione media di 31.106 euro, e il Lazio, dove a Roma si guadagnano mediamente 30.279 euro.

Fanalino di coda sono le regioni del Sud. Lo stipendio medio più basso si registra in Calabria: 22.555 euro. Maglia nera anche per Sardegna (19esimo posto) e Basilicata (18esimo). Ma il divario retributivo tra Nord e Sud si appiana se oltre alla retribuzione annua lorda media si prende in considerazione l’indice del costo della vita delle diverse aree metropolitane, andando quindi a scoprire il valore effettivo delle retribuzioni e il loro potere d’acquisto.

Guardando la distribuzione del reddito da lavoro dipendente, solo l’8,5% dei lavoratori percepisce una retribuzione annua lorda superiore ai 46mila euro. La maggior parte dei lavoratori, il 75%, si concentra nella fascia tra i 22mila e i 30mila euro. Esiste anche una differenza forte per le tipologie contrattuali: per dirigenti e quadri il contratto a tempo determinato è sempre ben pagato, viceversa le qualifiche più basse appaiono penalizzate nei contratti a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato.

A guadagnare di più sono i lavoratori dei servizi finanziari, incluse banche e assicurazioni, con 41mila euro medi lordi anni per dipendente. A seguire industria e commercio, società di servizi, e in coda edilizia e agricoltura, che guadagnano la parte più bassa della classifica con 25mila e 22mila euro. Molto, spiegano da JobPricing, dipende dalla composizione occupazione di ciascun settore. Dove ci sono posizioni a più alto livello di specializzazione, più alti saranno i guadagni. E questo vale sia per le banche, ma anche per altri settori come l’ingegneria, la farmaceutica, le biotecnologia, il settore navale e delle telecomunicazioni. Una variabile importante è anche la dimensione dell’azienda: con il crescere del numero di dipendenti, cresce anche la retribuzione media.

istogrammaIn ogni caso, le differenze salariali si notano anche tra uomini e donne e tra giovani e adulti. In base ai dati analizzati da Job Pricing, in Italia le donne guadagnano in media il 6,7% in meno degli uomini, uno dei gender gap più bassi d’Europa (l’Italia è al quarto posto sui 28 Paesi Ue). Questo si può spiegare anche sulla base dei diversi ruoli che uomini e donne ricoprono nel mercato del lavoro: le donne in Italia sono meno retribuite anche perché hanno meno accesso ai ruoli di maggiore responsabilità delle aziende, cioè quelli più pagati.

In ogni caso, le differenze salariali si notano anche tra uomini e donne e tra giovani e adulti. In base ai dati analizzati da Job Pricing, in Italia le donne guadagnano in media il 6,7% in meno degli uomini, uno dei gender gap più bassi d’Europa (l’Italia è al quarto posto sui 28 Paesi Ue). Questo si può spiegare anche sulla base dei diversi ruoli che uomini e donne ricoprono nel mercato del lavoro: le donne in Italia sono meno retribuite anche perché hanno meno accesso ai ruoli di maggiore responsabilità delle aziende, cioè quelli più pagati.

curvaL’altro divario importante è tra chi entra e chi è già nel mercato del lavoro. Lo stipendio medio di un under 24 all’ingresso del mercato del lavoro è di 21mila euro. Quello di un over 65 in procinto della pensione sale in media a 44mila euro. In altre parole, chi è in uscita dal mercato del lavoro guadagna più del doppio di un neoassunto. La ragione è che le nuove assunzioni sono fatte in genere con contratti atipici che non garantiscono né un minimo retributivo né danno stabilità in termini contributivi e previdenziali. Non a caso, gli stipendi crescono con il crescere della stabilità contrattuale. E anche il titolo di studio ha un peso: chi ha una laurea guadagna in media più di chi non ce l’ha. Non solo: chi ha fatto una università privata ha stipendi più alti del 20% di chi si è laureato in un ateneo pubblico.

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Italia, R&S: top manager guadagnano in un anno quanto dipendente in vita intera

Esempi:

scalaPfizer's CEO is Ian C. Read, 60 anni. Nel corso dell’anno fiscale 2013 ha percepito un compenso totale di $ 18.947.747.

Hospira's CEO is F. Michael Ball, 58 anni. Nel corso dell’anno fiscale del 2013 ha percepito un compenso totale di $ 9.892.283.

CEO of AstraZeneca is Pascal Soriot, 55 anni. Nel corso dell’anno fiscale 2013 ha percepito un compenso totale di £3,344,000 (Pounds)

Lambert Andreotti, 63 anni, CEO BMS, ha percepito nel corso dell’anno fiscale 2013 un compenso totale di $ 20.847.746.

CEO di Johnson & Johnson è Alex Gorsky, 54 anni. Ha percepito nel corso dell’anno fiscale 2013 $16.910.960

CEO di GSK è Sir Andrew Philip Witty, 49 anni, e nel corso dell’anno fiscale 2014 ha percepito un compenso totale di 7.207.000 GBP (sterline)

CEO di Bayer è Marijn E. Dekkers. Nel corso del 2013 ha percepito un compenso totale di € 5.509.000

CEO di Roche Holding è Severin Schwan e nel corso del 2013 ha percepito un compenso totale di SFr. 13.201.000 (€ 10.937.809,65)

Chairman, Chief Executive Officer and President di Eli Lilly and Company And John C. Lechleiter che nel 2013 ha percepito un compenso totale di $11.217.000

CEO di Merck è Karl-Ludwig Kley che nel corso del 2013 ha percepito compensi per un totale di $ 8,114,000

Sanofi CEO Christopher Viehbacher nel 2013 ha percepito un compenso totale di €8,648,326

Robert A. Bradway he is Chairman, Chief Executive Officer, Chairman of the Executive Committee, etc. Of Amgen Inc.. Nel corso del 2013 ha percepito un compenso totale di $ 13,649,807 pari a € 10.201.497 ($ 1.34 gearbox)

CEO di Abbott Laboratories è Miles White who received a fee in 2013 totale di $ 20.866.668

 

 

 

Redazione Fedaiisf

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