Incompatibilità per medici, produttori farmaci e informatori scientifici
(ANSA) – ROMA, 10 SET – Via libera all’acquisto delle farmacie anche da parte delle società di capitali: basta che al loro interno non ci siano medici, produttori di farmaci e informatori scientifici.
(… continue on ANSA – 10/09/2015)
Farmaci, via libera alle società di capitali
Tanto rumore per nulla, o quasi. I farmaci C con ricetta, quelli pagati di tasca propria dagli assistiti, restano sul bancone delle farmacie convenzionate col Servizio sanitario nazionale. Mentre le società di capitali, le grandi catene di farmacie che spopolano in Gran Bretagna ma non solo, potranno acquisire le farmacie private. Senza limiti. Ma nell’esame di ieri delle commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera, alla voce “catene” (o società di capitali), sono state introdotte specifiche incompatibilità per la partecipazione a queste società: non potranno essere soci quanti svolgono attività nel settore della produzione di farmaci (le industrie), gli informatori del farmaco e i medici. Potranno invece partecipare alle società di capitali chi svolge attività di intermediazione: dovrebbero essere i distributori e le cooperative che detengono i depositi di farmaci, anche se secondo un’altra interpretazione si potrebbe trattare degli intermediatori finanziari.
(… continue on The sun 24 hours - Roberto Turno – 11 settembre 2015)
Editor's note: Proposta emendativa 32.75. nelle commissioni riunite VI-X in sede referente riferita al C. 3012
PROPOSTE EMENDATIVE APPROVATE NELLA SEDUTA ODIERNA (10/09/2015)
DDL concorrenza: ricetta in farmacia a tutela dei cittadini
I cittadini potranno continuare a trovare tutti i medicinali di cui hanno bisogno nella farmacia sotto casa, con le massime garanzie di sicurezza e con il più alto livello di tutela della salute. È questo l’esito della scelta delle Commissioni VI e X della Camera di mantenere la ricetta medica in farmacia. Tale scelta, in linea con quanto rilevato dalla Corte Costituzionale, consentirà ai cittadini di usufruire in tutte le aree del Paese di un servizio farmaceutico di elevata qualità, la cui efficienza sarebbe stata inevitabilmente compromessa dal trasferimento di un numero rilevante di farmaci per patologie serie alla Grande Distribuzione.
È questo in sintesi il primo commento di Federfarma all’esito dell’esame del DDL Concorrenza da parte delle Commissioni VI e X della Camera.
“Apprezziamo molto – dichiara Annarosa Racca, Presidente di Federfarma – il fatto che nelle Commissioni abbia prevalso il senso di responsabilità e la volontà di salvaguardare l’efficienza del servizio farmaceutico, in linea con la scelta effettuata dal Governo di evitare che farmaci con ricetta medica, destinati alla cura di patologie serie, uscissero dalle farmacie, ipotesi non applicata in nessun Paese europeo. Il testo uscito dalle Commissioni – conclude Racca – è, infatti, rispettoso della funzione sociale e sanitaria della farmacia e della professionalità dei farmacisti che in essa operano.”
Governo Renzi: forte con i deboli, debole con i forti
Farmaci fascia C solo in farmacia
Ancora una volta la politica abdica davanti a lobby e corporazioni, ancora una volta il falso riformismo fa un “assist ” ai grandi capitali trasformando un monopolio di fatto in un oligopolio. Questo è quello che è successo al DDL Concorrenza nel capitolo dedicato alla distribuzione dei farmaci.
Il maggior partito di Governo rinuncia al suo DNA riformista e si schiera con i peggiori lobbisti di questo Paese, facendosi, peraltro, dettare comportamenti dal partito di Alfano che con lobby e corporazioni ha una frequentazione di vecchia data.
E’ difficile trovare nei libri di economia comportamenti tanto assurdi quali quelli assunti nell’approvazione del DDL concorrenza sulle farmacie, tali per cui si possono fare “economie di scala” all’interno di un monopolio di fatto.
Da una parte si apre a società di capitale che potranno in questo modo rilevare e salvare le farmacie in difficoltà mettendo al sicuro la finanziaria dei titolari di farmacia che le aveva tenute in vita sino ad ora, dall’altro, s’impedisce un minimo di concorrenza sui farmaci di fascia C con ricetta che i cittadini pagano di tasca propria.
Risultato finale: nessun incremento della concorrenza, nessun risparmio per i cittadini, nessun nuovo posto di lavoro, ma un nuovo e robusto oligopolio.
Il Governo Renzi dimostra in questa vicenda tutta la propria fragilità, incapace di pensare realmente ai giovani e all’interesse generale del Paese. Succube su questo tema degli accordi politico/elettorali che l’NCD di Alfano ha da tempo stipulato con lobby e corporazioni.
Il caso della bocciatura della liberalizzazione dei farmaci di fascia C è cartina al tornasole di quanto sia elevato il livello di riformismo di questo Governo e quanto invece questo termine sia utilizzato secondo la circostanza più favorevole.
Dispiace per quei deputati del PD che pur avendo presentato emendamenti in favore della liberalizzazione della fascia C hanno dovuto chinare il capo davanti a quello che durante il No Casta Day avevamo definito lo strapotere di lobby e corporazioni.
Il Presidente del MNLF Vincenzo Devito ringrazia a tutti coloro che hanno sostenuto questa battaglia, e promette che i liberi farmacisti non si dimenticheremo del loro contributo. Battaglia che continuerà in vista del dibattito in aula.
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Gullotta: affermazioni responsabile sanità di Renzi lesive nostro decoro
Roma, 9’settembre – Asserire che la liberalizzazione dei farmaci di fascia C mette a rischio la salute dei cittadini e’ gravemente lesivo del decoro di tanti farmacisti di vicinato che lavorano in una parafarmacia. Se poi questa affermazione arriva dal responsabile per la Sanità del Pd, Federico Gelli, significa che il partito di Renzi sta barattando la nostra professionalità con la difesa di meri interessi economici. In una parola: il Partito Democratico ha immolato il suo dna sull’altare delle lobby. E’ quanto dichiara il presidente Federazione nazionale parafarmacie italiane, Davide Gullotta, durante il secondo giorno di presidio davanti Palazzo Montecitorio.
“Il Governo dovrebbe dire un fermo no alle lobby, mettendo mano a tutte le manchevolezze del ddl oggi in discussione, a cominciare dalla mancata liberalizzazione della fascia C”, precisa Gullotta. “A dispetto infatti di quanto qualcuno in malafede sostiene, nelle Parafarmacie lavora da sempre un farmacista laureato: e’ questa la garanzia di sicurezza più grande per il cittadino consumatore. Alla fine della fiera”, conclude Gullotta, “ci viene piuttosto da rivolgere allo stesso Pd la seguente domanda: se il sistema italiano di accesso alla professione di farmacista e’ ancora ancorato a questioni di censo o di ereditarietà sarebbe infatti molto più utile chiedersi quali siano le garanzie di salute offerte da chi semplicemente si limita ad ereditare una farmacia o a comprarla, senza dover superare nessun concorso od esame. Particolare che – in vista dell’ingresso di grandi società di capitale nel settore delle farmacie – appare ancora più palesemente inquietante”.
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