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Il 18 marzo giornata in memoria delle vittime del Covid. Bandiere a mezz’asta

Sono 383 i medici e odontoiatri che hanno perso la vita per il Covid, oltre 197mila cittadini deceduti, 25milioni e quattrocentomila guariti

Si è celebrato il 18 marzo la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid. Bandiere a mezz’asta in Senato.

Sono trascorsi cinque anni dall’inizio della pandemia da Covid 19, un evento che ha segnato profondamente il nostro Paese e il mondo intero. Oggi rendiamo omaggio alla memoria di tutte le vittime e ci stringiamo con rispetto e commozione alle loro famiglie” ha scritto il ministro della Difesa Guido Crosetto sul profilo X del dicastero

“Oggi, nella Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’epidemia da Coronavirus, vogliamo ricordare i 383 medici e odontoiatri che hanno perso la vita per il Covid, e ai 514mila operatori che si sono contagiati, soprattutto nella prima fase della pandemia, quando ancora non erano disponibili i vaccini e mancavano anche i più elementari  dispositivi di protezione. Del loro operato, della loro abnegazione deve rimanere memoria, perché solo attraverso la memoria di ciò che è accaduto può passare la ricostruzione del nostro Servizio Sanitario Nazionale e delle nostre stesse esistenze”.

Così il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Rings.

“È per loro, è per gli oltre 197mila cittadini deceduti – he concludes Rings – ma anche per i 25milioni e quattrocentomila guariti: è per tutti noi che non dobbiamo arrenderci. Dobbiamo mantenere fede alla grande promessa fatta durante il Covid e continuare a sostenere il nostro Servizio Sanitario Nazionale” (Fonte: FNOMCeO)

Prendendo spunto del quinto anniversario della diagnosi di COVID-19 nel nostro Paese, la Commissione Salute dell’Accademia dei Lincei esprime forte preoccupazione per il calo della copertura vaccinale in Italia. La Commissione Salute dell’Accademia dei Lincei lancia “Un Segnale di Allarme e Preoccupazione” pubblicando un document in merito frutto di un lavoro del Gruppo di Lavoro composto da Alberto Mantovani, Guido Forni, Giuseppe Ippolito, Rino Rappuoli.

Ne riportiamo alcuni stralci:

In Italia la copertura vaccinale per alcuni vaccini dell’infanzia è al di sotto della soglia raccomandata e vi sono motivi di forte preoccupazione. Ad esempio, nel 2024 in Italia sono stati segnalati 1045 casi di morbillo mentre nel 2023 i casi erano 44. È bene ricordare che il morbillo può avere gravi conseguenze.

Inoltre, nella maggior parte dei Paesi Europei, Italia compresa, c’è stato un incremento esponenziale nell’incidenza di pertosse tra la fine del 2023 e il primo trimestre 2024.

Nel nostro Paese la copertura per i vaccini dell’età adulta è ancora peggiore. Ad esempio, nella stagione 2023/2024 la copertura vaccinale per l’influenza è scesa al 18,9% rispetto alla stagione precedente quando era del 20,2%. Negli anziani, la copertura è diminuita di 3,4 punti percentuali rispetto alla stagione precedente scendendo al 53,3% rispetto al 56,7% della stagione 2022-23.

Dopo il picco raggiunto nella stagione pandemica 2020-21 con 65,3%, si osserva un costante andamento in diminuzione portandosi a valori ben al di sotto dell’obiettivo minimo del 75% e di quello ottimale del 90%. La percentuale di copertura vaccinale varia significativamente tra le regioni.

Nonostante i vaccini abbiano contribuito in modo straordinario al miglioramento della salute globale, oltre un milione di bambini muore ogni anno nei Paesi a basso reddito a causa della mancata disponibilità di vaccini fondamentali, come quelli contro morbillo, tetano e pertosse.

La pandemia di COVID-19 ha dimostrato ancora una volta che i vaccini sono una fondamentale cintura di sicurezza per l’Umanità. La Commissione Salute auspica che il centro Biotecnopolo possa diventare pienamente operativo il prima possibile, a beneficio della salute pubblica nazionale.

Un appello

Alla luce di questi dati, la Commissione Salute dell’Accademia dei Lincei manifesta la propria preoccupazione per il calo della copertura vaccinale in Italia e invita a promuovere una campagna di sensibilizzazione sull’importanza della ricerca scientifica e, in particolare, sui benefici dei vaccini.

Commissione Salute dell’Accademia dei Lincei. Vaccini e Salute Pubblica

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Accademia Nazionale dei Lincei. La crisi dei servizi sanitari universalistici

Note: Storia dell’Accademia dei Lincei

Federico Cesi (1586-1630) era un patrizio umbro-romano, appassionato studioso di scienze naturali, soprattutto di botanica. Per promuovere e coltivare questi studi naturalistici, egli fondò a Roma nel 1603 un sodalizio con tre giovani amici, l’olandese Giovanni Heckius (italianizzato in “Ecchio”), il marchigiano Francesco Stelluti e l’umbro Anastasio de Filiis, denominando la loro compagnia come Accademia dei Lincei, per l’eccezionale acutezza di sguardo attribuita alla lince, un felino di ancor non estinta specie, preso a simbolo della dotta compagnia di studiosi. Oggetto del suo studio, nel disegno del Cesi, erano tutte le scienze della natura, da indagarsi con libera osservazione sperimentale.

Alla morte prematura del Cesi, la sua creatura prediletta, l’Accademia, sbandò e si isterilì, nonostante gli sforzi generosi di dotti quali lo Stelluti e Cassiano dal Pozzo per salvarne il materiale e ideale patrimonio nell’avversa fortuna.

Un deciso ricollegarsi ai Lincei cesiani si ebbe solo ad opera di Pio IX, che nel 1847 ristabilì la seicentesca Accademia con l’antico nome, come “Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei”.

La sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei è Palazzo Corsini, in via della Lungara, 10, a Roma, nel rione di Trastevere.

 

Redazione Fedaiisf

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