Cambio di guardia alla Casa Bianca? No, grazie. Soprattutto quando la ‘bilancia’ è il portafogli delle aziende farmaceutiche. Risultato: Barack Obama, oltre ad aver conquistato il suo secondo mandato, ha battuto Mitt Romney anche nella raccolta di fondi da parte di Big Pharma per la campagna elettorale 2012. Pur avendo spesso preferito i repubblicani in altri contesti, infatti, secondo il Center for Responsive Politics il settore farmaceutico, sia attraverso i Pac (Political Action Commettee) che le singole donazioni, ha indirizzato la maggior parte dei suoi fondi a Obama: 1,7 milioni di dollari, il 48% dei contributi, contro gli 1,4 milioni, il 41%, diretti a Romney. Il resto è andato ai vari candidati indipendenti. Un elemento interessante sia perché quello repubblicano è da sempre il partito pro-giganti dell’economia, sia per le intenzioni di Obama, ad esempio, di ‘accorciare’ da 12 a 7 anni la durata dei brevetti sui farmaci biologici.
Ma secondo gli analisti, le aziende farmaceutiche hanno semplicemente il desiderio, dopo 4 anni tumultuosi, di mantenere stabile il loro status quo, e la speranza di ottenere dall’Affordable Care Act un aumento dei volumi di vendita, derivante dall’assistenza a decine di milioni di americani finora non assicurati.
La nomina di Romney, invece, avrebbe potuto significare ‘armeggiare’ nuovamente con Medicare e Medicaid, e distruggere Obamacare. E i benefici si sarebbero notati fra molto tempo.
Barbara Di Chiara – 8 novembre 2012 – PharmaKronos
Ministro Balduzzi su rielezione Obama, si rafforza modello sanità pubblica