Tra gli strumenti di lavoro dei medici di famiglia italiani Internet è ormai immancabile. Nove camici bianchi su dieci navigano abitualmente per cercare informazioni professionali. E spesso usano i social network: il 30% ha un profilo online su questi spazi e tra questi la metà, per un totale di circa 6.000 medici, ha scelto Facebook, seguito a distanza da MySpace e Twitter. Lo indicano i primi dati di una ricerca avviata dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) sull’utilizzo dell’informatica e dei nuovi strumenti tecnologici, che sarà conclusa «nei prossimi mesi e presentata in autunno», ha spiegato Fiorenzo Corti, responsabile della comunicazione del sindacato, ieri all’incontro dedicato ai "Nuovi canali per l’informazione scientifica", organizzato a Roma da Business International. «I medici di famiglia che usano Internet a casa o in studio – spiega Corti – sono la stragrande maggioranza. In alcune regioni, come l’Emilia Romagna dove l’Adsl è disponibile per tutti, il 100% dei camici bianchi accede alla Rete». Serve però capire meglio come. Ed è l’obiettivo della ricerca avviata dalla Fimmg. «Siamo di fronte a una fase pericolosa di calo di informazione scientifica sui farmaci verso i medici di famiglia». Si fa infatti «poca informazione sui medicinali a brevetto scaduto ed è inesistente quella sui farmaci innovativi, che non sono parte dell’"armamentario" delle cure primarie, ma che pure il medico curante dovrebbe conoscere, per monitorare la salute dei suoi pazienti e rispondere ai loro eventuali dubbi» sottolinea dal canto suo Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale, intervenuto al convegno. «L’informazione tradizionale – spiega Cricelli a margine dell’incontro – è in grandissima difficoltà perché le indicazioni ai medici sui farmaci a brevetto scaduto non sono più curate come prima della scadenza della protezione brevettuale, quando le aziende facevano investimenti ad hoc».