Tra le novità il divieto per gli sponsor di ‘reclutare’ professionisti che partecipano agli eventi formativi e la richiesta a relatori, moderatori e formatori di dichiarare l’eventuale conflitto di interessi, ovvero i legami con lo sponsor nei due anni precedenti. Ma c’è anche il divieto ad acquisire il ruolo di provider non solo per l’industria farmaceutica, come già previsto, ma anche per chi abbia parenti di primo grado con interessi commerciali in sanità. L’industria, però, può sponsorizzare un provider purché in modo trasparente e la sponsorizzazione può essere dichiarata sul programma dell’evento, "nell’ultima pagina e in modo discreto", ma non nel materiale durevole. Non deve essere, inoltre, in alcun modo condizionante.
La pubblicità è bandita da qualsiasi materiale destinato all’Ecm, a meno che non si tratti di altri corsi o congressi in cui non ci siano condizionamenti degli sponsor.
Durante i corsi è consentito solo l’uso di nomi generici di medicinali e strumenti, mentre sono vietati i nomi commerciali. Per ogni evento, inoltre, devono essere disponibili le convenzioni e i contratti che indichino chiaramente i reciproci impegni.
Il provider ha la responsabilità, infine, di mantenere indipendente: rilievo dei fabbisogni formativi, individuazione degli obiettivi formativi, individuazione dei contenuti formativi, definizione delle tecniche didattiche, nomina dei docenti/ tutor. Le sanzioni per chi ‘bara’ sono indicate in un documento in arrivo, messo a punto dalla Commissione nazionale Ecm che è già alla firma del ministro della Salute.
Raffaella Ammirati – PharmaKronos 22 gennaio 2010