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Numeri e indici dell’automedicazione. Assosalute pubblica i dati vendita Europa e Italia

Numeri e indici dell'automedicazione - Ed. 2024

Numeri e indici dell’automedicazione – Ed. 2024

Assolute (L’Associazione nazionale farmaci di automedicazione) ha pubblicato il volume “Numeri e indici dell’automedicazione”. Il rapporto si articola in cinque capitoli, ognuno dei quali affronta un aspetto specifico del mercato.

Mediamente in Europa nel 2023 sono stati spesi poco meno di 427 euro pro capite per farmaci con obbligo di prescrizione.
La forbice fra i Paesi con una spesa pro capite elevata e quelli con una spesa più bassa è piuttosto ampia: si va, infatti, da una spesa pro capite di oltre 1.000 euro in Austria e Svizzera a una di meno di 250 euro in Polonia, nei Paesi Bassi e in Italia.

Il nostro Paese presenta una spesa pro capite per farmaci con obbligo di prescrizione rimborsabili e non rimborsabili inferiore del 73% rispetto alla media dei Paesi analizzati.

Il settore dei farmaci non soggetti a prescrizione risulta essere complessivamente in crescita del +5,5%. Tutti i Paesi considerati, ad eccezione di Svezia e Norvegia, fanno osservare trend di aumento, seppure non omogenei (cfr. par. 1.3).

Pur mostrando un andamento decisamente meno dinamico nel confronto con il 2022, i medicinali senza obbligo di ricetta consolidano l’aumento del proprio peso sul mercato farmaceutico retail rispetto al periodo prepandemico, anche grazie al fatto che queste specialità medicinali hanno rappresentato, anche nel 2023, una valida soluzione terapeutica per la gestione della sintomatologia nei casi non gravi di Covid-19. Di conseguenza, se da un lato il 2023 ha rappresentato l’anno della “normalizzazione” virologica ed epidemiologica dopo la pandemia e l’emergenza sanitaria, dall’altro le vendite del settore non-prescription si attestano, mediamente sopra i livelli precedenti la pandemia di Covid-19.

I cinque mercati più importanti – Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Italia – costituiscono il 67,6% del mercato farmaceutico europeo dei farmaci senza obbligo di prescrizione. Se a questi Paesi si aggiunge la Polonia la quota sale al 77,0%.

Anche se il comparto italiano dei medicinali senza obbligo di ricetta è fra quelli più rilevanti in valori assoluti, è importante sottolineare come le dimensioni del mercato nazionale siano, in realtà, meno della metà rispetto a quelle dei principali Paesi europei di riferimento come, per esempio, Germania e Francia, simili all’Italia dal punto di vista socioeconomico e culturale.

Osservando i dati di vendita, si vede che nel 2023 sono state dispensate in Italia poco meno di 1,8 miliardi di confezioni di medicinali per un controvalore che supera i 17,5 miliardi di euro.

Guardando alla scomposizione del dato di mercato sulla base del regime di fornitura, si registra, a valori, un andamento positivo sia per i farmaci con obbligo di prescrizione (+1,4%) sia per quelli senza obbligo di ricetta (+4,8%).

Per quanto riguarda i volumi, i trend sono opposti rispetto a quelli a valori: entrambe le classi di medicinali presentano consumi di segno negativo, con una contrazione modesta ma più marcata per i farmaci senza obbligo di ricetta (-2,0%) rispetto ai medicinali soggetti a prescrizione (-0,4%) (cfr. par. 2.2, par. 2.2.1 e par. 2.2.2).

Il comparto dei medicinali senza obbligo di ricetta si caratterizza, per dinamiche competitive stabili: la farmacia detiene una quota di mercato dell’89,3% a volumi e del 90,8% a valori. Risultano, quindi, consolidati gli effetti delle misure che dal 2006 hanno modificato l’assetto del settore quali, in particolare, i processi di liberalizzazione della distribuzione (Legge 248/2006, c.d. Decreto Bersani. Cfr. Inquadramento Normativo)

Considerando l’andamento delle vendite su un arco temporale più lungo, si osserva che i fatturati si muovono in un intervallo di variazione modesto mentre il trend dei volumi trova spiegazione, oltre che nella maggiore o minore incidenza dei disturbi stagionali, anche nella crescente concorrenza al banco del farmacista di prodotti per la salute diversi dai farmaci: dal 2013 al 2023 la spesa cresce in media del 2,1%, mentre l’erosione dei volumi si attesta al -1,2% medio annuo, con un andamento di segno negativo che, fatta eccezione per il biennio 2021- 2022, caratterizza il settore dal 2008 (cfr. par. 2.1 e par. 2.2.2).

Il mercato soffre strutturalmente della mancanza di un allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi non ancora disponibili in Italia come farmaci senza obbligo di prescrizione, di automedicazione, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei.

Più in generale, il comparto dei farmaci non prescription risente anche della diversa propensione alla spesa out of pocket da parte dei cittadini, con ampie differenziazioni regionali legate alle diverse caratteristiche economiche e socioculturali presenti, soprattutto, nel confronto tra il Nord e il Sud del Paese (cfr. par. 2.4).

La flessione del segmento dei prodotti per la salute diversi dai farmaci è dovuta all’andamento particolarmente negativo dei parafarmaci, classe alla quale appartengono le mascherine e i test antigenici rapidi per il Covid-19, prodotti che hanno registrato vendite in forte calo dopo gli eccezionali incrementi del periodo pandemico.

Guardando all’andamento delle altre categorie merceologiche si osservano, infatti, trend positivi dei fatturati. In particolare, anche nel 2023, i notificati vedono un aumento del proprio peso sul segmento non farmaceutico (+4,0 punti percentuali rispetto al 2022) e raggiungono una quota del 19,2% sul giro d’affari complessivo del mercato della salute, grazie a un buon incremento delle vendite, in linea con la crescita sostenuta che interessa il settore da quasi 15 anni. A tale andamento di lungo periodo hanno contribuito sia numerosi nuovi lanci di prodotti sia il passaggio a prodotti notificati di diversi brand farmaceutici, soprattutto nel segmento degli integratori.

Gli integratori costituiscono, infatti, il 95,0% del giro d’affari dei notificati (ndr: al Ministero della Salute), realizzando fatturati per oltre 5 miliardi di euro (quasi il 60% superiori rispetto a quelli dei farmaci senza obbligo di prescrizione).
Le vendite per la classe residuale dei PMC, seppur superiori al livello prepandemico, fanno osservare, anche nel 2023, una forte contrazione dovuta al calo importante degli acquisti di disinfettanti per le mani, dopo l’eccezionale impennata registrata soprattutto nel 2020 per il rispetto delle misure igieniche richieste per il contenimento della pandemia di Covid-19.

Con riferimento alla totalità dei prodotti di libera vendita (farmaci senza obbligo di prescrizione e prodotti non farmaceutici), confrontando farmacia, parafarmacia e corner della GDO, si vede come la quota dei prodotti non farmaceutici sia maggiore nei canali diversi dalla farmacia, la quale risente della concorrenza dei canali “alternativi” soprattutto sul segmento non farmaceutico. Rispetto al 2022, il peso dei farmaci senza obbligo di ricetta aumenta, seppur di misura, in farmacia e parafarmacia mentre resta stabile nei corner della GDO. Guardando al mercato non farmaceutico, nei corner si vede una diversa segmentazione merceologica rispetto agli altri due canali.

Le analisi effettuate evidenziano quanto l’andamento dei consumi dei farmaci senza obbligo di prescrizione sia legato alla maggiore o minore incidenza di piccoli disturbi e non sia influenzato, sul lungo periodo, né dall’introduzione di nuovi canali, né dalla possibilità di comunicare direttamente al cittadino anche attraverso la pubblicità. Di fatto, quello dei farmaci senza obbligo di ricetta è un settore che non può essere assimilato a quelli del largo consumo e, in questo senso, i cambiamenti del sistema distributivo e i prezzi non rappresentano gli unici driver del mercato. Infatti, in questo comparto, più che in altri, sono maggiormente rilevanti aspetti quali la gamma di offerta e la tipologia di servizi alla persona, oltre all’evoluzione culturale, all’esperienza d’acquisto pregressa e al consiglio degli operatori sanitari.

Il processo di liberalizzazione del sistema di determinazione dei prezzi, che permette al responsabile del punto vendita la definizione del prezzo finale dei farmaci senza obbligo di ricetta, ha innescato dinamiche competitive tra i diversi canali.

Proprio per un aumento della competitività, i prezzi dei farmaci non prescription risultano contenuti, con un valore medio pari a 10,7 e una certa differenziazione tra canali.

I farmaci senza obbligo di prescrizione a maggiore incidenza di spesa e consumo si confermano essere i medicinali per la cura delle malattie da raffreddamento, gli analgesici e i farmaci gastrointestinali. Queste tre categorie terapeutiche cumulano il 73,1% del mercato a valori e il 78,2% di quello a volumi.

Considerando anche i dermatologici e i farmaci per l’apparato circolatorio, che rappresentano la quarta e la quinta categoria terapeutica per importanza, si vede come le cinque categorie terapeutiche più rilevanti coprano complessivamente l’89,9% delle confezioni vendute e l’87,3% della spesa

Nel 2023 hanno operato nel mercato non prescription 193 imprese. La distribuzione regionale delle aziende evidenzia come in Italia esista un’elevata concentrazione nella localizzazione territoriale in due poli farmaceutici, uno lombardo e uno tosco-laziale.

Il 64,8% delle aziende che operano nel comparto è di piccole dimensioni, con un fatturato inferiore ai 2,5 milioni di euro. Le imprese con fatturati superiori ai 10 milioni di euro rappresentano il 18,7% degli operatori del settore, la cui produzione viene realizzata per il 52,2% in Italia.

La rete di agenti è una professione prevalentemente maschile poiché le donne rappresentano il 25,4% degli addetti del comparto per questa categoria professionale.

Guardando all’andamento dei volumi dei farmaci non prescription nel tempo, è evidente che non esiste una correlazione tra le confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione/di automedicazione acquistate e la pubblicità.

Questo perché il ruolo della pubblicità non è quello di stimolare il consumo di medicinali ma di far conoscere una possibile soluzione terapeutica all’insorgere di determinati sintomi.

Quando si parla di comunicazione pubblicitaria in materia di farmaci e benessere non si può non tenere conto delle pubblicità riguardanti prodotti salutistici – erboristici, integratori, negli ultimi anni addirittura alimenti – che si pongono come risolutori dei piccoli problemi di salute e sono in concorrenza con i farmaci senza obbligo di prescrizione.

Per i prodotti salutistici quali, ad esempio, integratori ed erboristici, non esiste alcun sistema di autorizzazione preventiva della pubblicità da parte dell’Autorità Sanitaria (come per i farmaci, D.Lgs. 219/06), per quanto per i prodotti non farmaceutici sia vietato accennare in pubblicità alla possibilità di prevenire, curare o guarire malattie.

Nel 2023 le spese pubblicitarie per prodotti farmaceutici (farmaci + salutistici) e sanitari sono state pari a quasi 365 milioni di euro (al netto della stima Nielsen sul search, i social, gli annunci sponsorizzati e i cosiddetti “Over The Top”), in aumento del +7,2% rispetto al 2022.

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ACCESSO AI FARMACI: NUMERO DI INGRESSI IN FARMACIA

In Italia nell’anno 2023 sono stati registrati quasi 720 milioni di ingressi in farmacia da parte di cittadini che hanno richiesto farmaci rimborsati dal SSN o acquistato farmaci a proprio carico (fascia C, OTC, SOP). Si tratta mediamente di 3.000 ingressi al mese per farmacia con una media di 120 pazienti al giorno (nei giorni lavorativi).

Mediamente si registrano al mese 60 milioni di ingressi in farmacia per farmaci rimborsati dal SSN o acquistati privatamente (C, OTC, SOP), con una punta massima in dicembre (67 milioni) e minima in agosto con 54 milioni di ingressi.

La fascia oraria di maggiore affluenza in farmacia è quella serale, seguita dalle prime ore della giornata. Mentre, il primo pomeriggio risulta essere quello con meno ingressi. Soltanto il 2% delle persone si sono recate in farmacia per ottenere farmaci nelle ore notturne.

Per quanto riguarda le differenze di genere nel numero di ingressi in farmacia per ottenere medicinali, si nota una leggera predilezione da parte delle donne per i farmaci di automedicazione.

Per quanto riguarda la suddivisione percentuale degli accessi per tipologia di farmaci richiesti a livello regionale, si evidenzia come maggior parte dei cittadini delle regioni del Sud acceda in farmacia per ottenere farmacia carico del SSN, (con una punta massima in Basilicata con una percentuale di accessi pari al 70%).

Due regioni fanno segnare dati particolarmente elevati nell’acquisto di farmaci a carico dei cittadini:

  • la Liguria, con il 35% di acquisti di farmaci di fascia C con ricetta a carico del cittadino)
  • il Trentino Alto Adige, con il 21% di acquisti di farmaci di automedicazione (OTC/SOP).

(Source: Fedefarma)

Redazione Fedaiisf

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