Per la gran parte dei medici di Medicina generale (il 73%) la norma sulla sostituibilità contenuta nel decreto Liberalizzazioni è un’«inutile e fastidiosa complicazione burocratica». D’altra parte, la propensione dei pazienti all’uso del generico, in una scala da 1 a 10, è oggi pari a 6,93, ma per il 77% dei medici gli assistiti, in caso di sostituzione in farmacia, ricontattano il proprio curante. Questo il quadro che emerge dalla ricerca condotta dal centro studi della Fimmg e Doxapharma tra i medici di base e nella popolazione generale. Secondo l’indagine, l’obbligo di apporre la dicitura non sostituibile avrà un’importante incidenza per il 53% dei medici e, per quanto riguarda i pazienti, la conoscenza sulla presenza dei generici è ormai ampia (90% del campione). Il 55% degli intervistati ritiene che i generici siano uguali ai farmaci di marca e il 37% pensa che siano utili per risparmiare. Un terzo del campione afferma comunque che ricontatterebbe il proprio medico in caso di proposta di sostituzione del farmaco, per poi adeguarsi al suo consiglio, mentre il 12% cercherebbe di convincere il farmacista a consegnare il farmaco effettivamente prescritto. L’aspetto economico rimane importante: la cifra massima che una persona sarebbe disposta a pagare per prendere un farmaco di marca al posto dell’equivalente generico sarebbe mediamente di 2,40 euro.
27 marzo 2012 – DoctorNews