No a «incentivi non etici, finalizzati solo a ottenere un risparmio». Lo afferma Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione medici di medicina generale), commentando l’annuncio del ministro della Salute Ferruccio Fazio all’assemblea pubblica di Farmindustria. Per i camici bianchi, il punto nodale è che «gli incentivi non siano solo finalizzati al risparmio. Questo comprometterebbe il rapporto con gli assistiti: cosa succederebbe se questi pensassero che il proprio medico prescrive un determinato farmaco solo per risparmiare?», chiede. Sì, invece, a incentivi ai medici che «hanno raggiunto specifici obiettivi di appropriatezza, come nel caso delle malattie croniche o i percorsi assistenziali-terapeutici, o per la scelta del medicinale più appropriato». In ogni caso «a decidere sul farmaco da scrivere sulla ricetta non può che essere il medico – sottolinea Milillo – Questo significa no alla sostituibilità del medicinale da parte del farmacista». Milillo, infine, «apprezza» l’intervento del presidente di Farmindustria, Sergio Dompé, «in particolare quando richiama la necessità di ragionare sulle singole misure tenendo conto delle ripercussioni su tutto il sistema. Questo vale per l’industria, ma anche per la medicina generale o l’intero Ssn: si interviene per ottenere risparmi in un settore, ma la spesa si sposta in altri, con ripercussioni dannose non solo sul piano della qualità, ma anche economico».
Sumai: risparmi da generici a sostegno della Mg
Sì al reinvestimeno dei risparmi ottenuti con l’aumento delle prescrizioni «sempre più appropriate», da parte dei medici di famiglia, di farmaci generici sulla medicina generale. No a incentivi «diretti al singolo medico», ma piuttosto «progetti per potenziare l’intero settore». Sono queste le affermazioni di Mauro Martini, coordinatore della medicina generale del Sumai, commentando le indicazioni del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che durante l’assemblea pubblica di Farmindustria, ha parlato della possibilità di incentivare i medici di famiglia perché prescrivano più generici. «I medici di famiglia – spiega Martini – sono disponibili a migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni, privilegiando, in quest’ottica, i farmaci generici. Siamo contrari, però, a forme di incentivazione incentrate solo sulle ricette, che premiano i professionisti in base a quanti generici hanno prescritto». Secondo Martini, i risparmi ottenuti con i farmaci a brevetto scaduto, meno cari degli originator, possono essere utili a potenziare la medicina del territorio «con modalità che possono essere discusse e che possono riguardare anche le retribuzioni complessive della categoria». E infine aggiunge: «ci sarebbero tantissime possibilità di risparmio utilizzando meglio la medicina generale, per esempio nell’assistenza e presa in carico dei malati cronici. Basterebbe reinvestire nel settore il 50% di questi risparmi per avere le risorse sufficienti per un concreto potenziamento dell’assistenza territoriale»
DoctorNews – 24 June 2010 – Year 8, Number 115