According to the survey, two out of three plan or have ad hoc initiatives underway
E’ quanto emerge da un survey su 200 imprese (americane 29,3% del campione; multinazionali 16%; europee 36,2%; zona Asia-Pacifico 9,8%; Medio Oriente/Africa 4%; Sud America 4,6%) condotto da ‘Eyeforpharma’. Gli intervistati hanno riportato come strumenti principali l’uso di servizi di gestione, progetti di educazione e di ‘coaching’ all’aderenza alle cure, tutto rigorosamente su internet, come anche promemoria via sms e dispositivi ad hoc per aiutare ad affrontare il problema.
I dati dimostrano che le aziende farmaceutiche sono motivate sia clinicamente che finanziariamente ad affrontare la questione: il 97% dei manager interpellati ritiene che la mancanza di aderenza influisca prima di tutto sui risultati ottenuti dal paziente, ma l’84% indica che c’è anche un impatto significativo sui ricavi delle stesse imprese. E anche se la perfetta aderenza non è chiaramente possibile, l’87% degli intervistati ritiene che possa essere migliorata di almeno il 10%.
Se si ottenesse questo miglioramento, gli analisti calcolano che amplificherebbe le vendite delle aziende in misura equivalente a tutto il mercato del Giappone. Questo, secondo la ricerca, può avvenire solamente sfruttando il potenziale delle nuove tecnologie (il 72% delle imprese ne è convinto), su cui c’è una forte di volontà di investire: 2 intervistati su 3 prevedono un crescita dei fondi nei prossimi tre anni, con il 20% che prevede un aumento superiore al 50% rispetto ai livelli attuali.
Barbara Di Chiara – 5 maggio 2015 – PharmaKronos
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