Merck, Casa Madre, smentisce Merck Italia ed esprime ” ‘rammarico’ per aver usato minacce legali per spingere un ricercatore italiano opinion leader ad attenuare le sue critiche pubbliche ad uno dei farmaci anticolesterolo della società.”
Secondo il BMJ (British Medical Journal), che ha pubblicato la notizia della vicenda, la MSD Italia, braccio italiano della società, ha inviato due lettere “cease and desist” (“cessare e desistere”) ad Alberto Donzelli, Responsabile della formazione, appropriatezza e medicina basata sulle evidenze presso l’autorità di sanità pubblica di Milano (Milano Healthcare). La lettera è stata inviata anche al direttore generale della Sanità di Milano e a Roberto Carlo Rossi, presidente FNOMCEO di Milano.
In una seconda lettera MSD Italia “ha ribadito la sua intenzione di andare in tribunale a meno che Donzelli fermi la sua ‘attività gravemente dannosa, [che era] di offuscare l’immagine del farmaco e la reputazione dell’azienda.” Il direttore medico di MSD, Patrizia Nardini [in the photo on the right], ha riferito al BMJ: “Siamo a favore di un’informazione equilibrata, e abbiamo deciso di scrivere quelle lettere perché non abbiamo
Il mese scorso Donzelli si arrese e tolse il materiale controverso dal suo sito “fino a quando il problema sarà ulteriormente chiarito all’interno della comunità scientifica,” riporta The BMJ.
In una dichiarazione pubblicata, citando il BMJ, i redattori di cinque pubblicazioni italiane hanno espresso sostegno a Donzelli: “Nel processo educativo ed informativo, il dissenso deve essere espresso sulle pagine di riviste scientifiche come dovrebbe essere un dibattito tra colleghi, compresi i lettori, che saranno in grado di decidere liberamente quale sia la scelta più appropriata per i pazienti.”
Donzelli è quasi da solo nel criticare l’uso continuato di ezetimibe nonostante l’assenza di evidenza di beneficio clinico. Proprio di recente, ACP internist, un blog di medicina interna, ha sollevato la questione: “perché prescriviamo ancora quello che sembra essere un farmaco inutile?” L’uso continuato di ezetimibe nella pratica clinica è stato anche oggetto di servizi speciali su JAMA.
Aggiornamento, 7 luglio:
“Merck è impegnata allo scambio aperto e trasparente di informazione scientifica. Crediamo che questo scambio avvenga in incontri medici e pubblicazioni scientifiche con revisioni fatte da ricercatori indipendenti. Crediamo che questo sia un episodio isolato in Italia ed esprimiamo rammarico per come esso è stato gestito dalla nostra azienda. Merck non ha intrapreso alcuna azione legale in relazione a questa situazione.
Herper riferisce che il portavoce di Merck ha affermato che Donzelli è libero di ripubblicare il suo materiale sul web “senza timore di ritorsioni legali provenienti da Merck.”
Un ultimo pensiero: io non posso non chiedermi come questa storia sarebbe stata giocata in un’epoca precedente, prima di Twitter e internet. È impossibile immaginare che questa cosa potesse essere risolta così rapidamente.
Fonte Forbes 7/06/2014
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