Sempre in quest’ottica, "il Prodotto interno lordo (Pil) non è più un buon misuratore della ricchezza di una nazione – dice Dompé – perché esclude le cosiddette protezioni sociali", per esempio l’essere protetti di fronte alle malattie. Ribadendo che "in Italia la spesa farmaceutica pro-capite è più bassa che negli altri principali Paesi europei", Dompé evidenzia in particolare l’eccellenza della Penisola nella ricerca oncologica: "É la prima area di ricerca clinica in Italia", afferma, con la Lombardia (Milano in testa) quale modello di riferimento su scala nazionale. Secondo Dompè l’industria farmaceutica italiana, che pure era considerata in vicolo cieco, comunque vanta oggi un 53% di esportazione e oltre 200 farmaci in sviluppo. Di questi, 138 sono in fase di sperimentazione clinica, 40 sono medicinali orfani destinati al trattamento di malattie rare, e il 40% è rappresentato da farmaci oncologici. A questo proposito,è stato ricordato che dal 2000 al 2008 gli investimenti in Ricerca e Sviluppo di farmaci antitumorali sono aumentati in Italia del 36%, e il numero degli addetti è cresciuto del 16%. Con la Francia, inoltre, l’Italia è prima fra i maggiori Paesi europei per sopravvivenza dei malati di cancro.
Farmacista33 – 16 marzo 2010 – Anno 6, Numero 47