Il gruppo Menarini, alle prese con le difficoltà del mercato nazionale e gli effetti della legge in favore dei farmaci generici, pensa a un taglio della retribuzione nell’ordine del 40-45% per i 1.700 informatori scientifici, come alternativa ai 730 esuberi annunciati (ridotti rispetto ai mille iniziali).
La proposta dell’azienda fiorentina, leader in Italia nel settore farmaceutico, 3 miliardi di ricavi e 12mila dipendenti, è stata formalizzata ieri a Roma nell’incontro con le organizzazioni sindacali al ministero dello Sviluppo economico. «Abbiamo tenuto conto della situazione del Paese e dei problemi personali e familiari dei nostri informatori scientifici, molti dei quali lavorano con il gruppo da anni», commenta il direttore generale dell’azienda, Domenico Simone. «Ora si apre la fase della trattativa sindacale, per verificare la praticabilità di questa strada – aggiunge –. Ma è chiaro che, alle condizioni attuali, rimarrebbe la necessità di ristrutturare in maniera consistente gli organici in Italia».
Lo strumento del contratto di solidarietà riguarda quattro società: Guidotti, Malesci e Lusofarmaco, oltre alla capogruppo Menarini. E non tocca la parte produttiva. «Abbiamo un piano d’investimenti per l’Italia che è bloccato e che destina 60 milioni al raddoppio dell’impianto dell’Aquila – spiega Simone –. Ma per farlo ripartire occorre che siano rimossi alcuni importanti ostacoli alla crescita dell’industria farmaceutica, ripristinando sul mercato la parità tra farmaci a marchio e generici».
C.Per. 01 June 2013
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