70-80mila nel nostro Paese i bambini e gli adolescenti che subiscono ogni anno violenze e abusi fisici, psicologici e sessuali, ma solo pochi casi vengono alla luce. Il progetto di formazione già avviato, è sostenuto dalla multinazionale fiorentina con un investimento di circa un milione di euro.
giovedì 12 maggio 2016 – Redazione Nove da Firenze
Come in tutti i Paesi anche in Italia gli abusi e i maltrattamenti sui minori sono un fenomeno sempre più diffuso e in continua espansione, accentuato dai rischi collegati all’utilizzo delle nuove tecnologie e dalla crisi economica che mette in pericolo un numero sempre maggiore di nuclei familiari. “Come Menarini ci siamo chiesti cosa possiamo fare per dare una mano a costruire una maggiore consapevolezza di questa emergenza sociale. E la risposta è stata che possiamo lanciare e sostenere un progetto educazionale rivolto ai pediatri italiani, unico a livello mondiale” dichiarano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, Presidente e Vice Presidente del Gruppo Menarini.
I “ladri di infanzia” hanno quasi sempre i volti delle persone più amate e vicine, soprattutto quelli di mamma e papà, ma anche dei parenti, degli amici più intimi, delle maestre di asilo o dei vicini di casa, come tristemente insegnano i più recenti casi di cronaca. Crisi economica, famiglie in difficoltà, conflittualità fra genitori e nella società ed ecco che sale il rischio di maltrattamenti e abusi: sono circa 70-80mila i bambini e gli adolescenti vittime ogni anno di violenze ma si tratta di un tipico fenomeno “ iceberg” sottostimato, che nel 70% dei casi si consuma fra le mura domestiche , due volte su tre per mano di uno dei genitori. Lo rivelano i risultati di una recente indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids, secondo cui un ragazzino su tre teme che il proprio diritto a essere protetto da violenze e abusi non sia sufficientemente difeso e lo confermano i dati dell’attività del numero di emergenza 114 di Telefono Azzurro. Nella metà dei casi si tratta di violenze e abusi psicologici o fisici, in uno su dieci sessuali. Pochissime le piccole vittime che riescono a chiedere aiuto: uno su cinque fra coloro che subiscono abusi sessuali, uno su tre fra chi è oggetto di violenze.
“Menarini è molto orgogliosa di essere la prima azienda farmaceutica a sostenere un progetto unico nel suo genere, che rappresenta un esempio per tutti gli altri Paesi e punto di partenza di un programma internazionale promosso dall’International Center for Missing and Exploited Children (ICMEC), che porterà l’Italia al centro di un grande interesse nella lotta contro l’abuso sui minori” – annunciano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, Presidente e Vicepresidente del Gruppo Menarini –
“ E’un progetto bellissimo che speriamo possa prevenire storie di violenza sui bimbi che non vorremmo mai sentire. Contribuirà anche a un salto di qualità di tutto il sistema sanitario italiano a salvaguardia dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.
“Purtroppo il pediatra è al centro di un sistema inadeguato ad affrontare e riconoscere i segnali dell’abuso. Critica è anche la mancanza di insegnamenti specifici sia a livello di corso di laurea che di scuola di specializzazione. Forte si avverte dunque la necessità di un sistema organizzato in maniera continua e permanente, in grado di coadiuvare lo specialista che nella pratica quotidiana sospetti o riconosca un abuso”- commentano Pietro Ferrara e Luigi Nigri, Responsabili del progetto per SIP e FIMP -“ La pediatria italiana ha dunque accolto con grande interesse e attenzione la proposta di Menarini di processi formativi sui temi dell’abuso e del maltrattamento che oggi non possono essere più trascurati per le gravi conseguenze che determinano sulla salute del bambino nel breve e lungo termine. Un bambino maltrattato e/o abusato, infatti, non solo è più a rischio di disturbi fisici, psicologici e del comportamento, ma anche di danni organici nella vita adulta” – sottolineano gli esperti – “Per questo SIP e FIMP ritengono motivo di orgoglio professionale e di maggiore utilità sociale, l’attivazione di una rete di supporto tra pediatri, che colleghi la realtà ospedaliera alla pediatria locale, coinvolgendo le diverse figure professionali e, se necessario, Forze dell’Ordine, Magistratura, Servizi Sociali e Comunità di accoglienza, in un’azione comune e in una cornice nazionale condivise”.