Per risolvere il problema l’Unione Europea ha messo in moto la Joint action on health workforce planning and forecasting-JAFWH, presentata ufficialmente a dicembre in un’audizione a Roma dove eravamo presenti». Aldo Lupo presidente dell’Uemo, l’associazione europea dei medici di
Il Report Oms colloca il nostro paese in una sorta di “medietà”: servizio sanitario forte, lavoro del medico di famiglia importante e ben remunerato (anche se non ai livelli degli specialisti), ma poco appetibile, con solo il 17% degli studenti che vuol diventare “generalista”. Lo scarso ricambio è un ulteriore problema in paesi -Spagna, Svezia, Italia, Norvegia, Repubblica Ceca – dove l’età media dei mmg supera i 55 anni.
«Lo spopolamento riguarda tutte le aree della medicina e tutte e cinque le professioni sanitarie “armonizzate”, per le quali cioè l’Unione Europea lavora ad una formazione armonizzata: medici, infermieri, dentisti, ostetrici e veterinari», ribadisce Lupo.
«La Commissione Ue nell’ambito della Joint Action ha promosso più gruppi di lavoro per rilevare dati e fare proiezioni che tengano conto dei flussi in ingresso ed uscita negli stati comunitari sia di sanitari sia di migranti, nonché dell’evoluzione delle patologie e delle tipologie di compiti in capo alle diverse professioni. Sulla base di quei dati saranno promossi correttivi».
Sui medici di famiglia è stata fatta una proiezione nel 2013 con prospettiva a 15 anni e ne mancheranno circa 10 mila: un dato – quello JAFWH – che conferma le previsioni fatte da Fimmg, che a loro volta paventano tra una decina d’anni oltre 10 milioni di cittadini senza medico».
Rappresentanze dei gruppi di lavoro della Joint Action hanno iniziato ad esporre il problema e valutare una diversa programmazione per questa carriera. Incentivi od altro, le misure in materia sarebbero comunque a cura degli stati membri, visto che la legislazione sulla sanità è “concorrente” e non “esclusiva” della Comunità.
Mauro Miserendino – Giovedì, 19 Marzo 2015 – Doctor33