Nel mirino una società cinese che in America commercializza la pillola Ru 486
NEW YORK . La società farmaceutica cinese che produce la pillola abortiva Ru 486 per gli Stati Uniti ha venduto medicinali contaminati o avariati in Cina, causando la paralisi di 200 persone. Stando a un articolo pubblicato ieri sulla prima pagina del "New York Times", la società, Shanghai Hualian, di proprietà del governo cinese, è al centro di un’indagine da parte dell’agenzia cinese per la sicurezza dei medicinali dopo che il trattamento anti-leucemia che sviluppa e commercia è risultato altamente pericoloso per la salute umana. Shanghai Hualian è il produttore usato dalla Danco Laboratories, l’unico distributore autorizzato negli Usa della Ru 486, o mifepristone. La Food and Drug Administration, l’agenzia Usa che autorizza la messa in commercio dei farmaci, non ha mai ammesso pubblicamente che la pillola abortiva a disposizione negli Usa proviene da una società cinese. La sperimentazione scientifica che ha portato all’approvazione della Ru 486 da parte della Fda nel 2000 è stata infatti condotta negli Usa usando la pillola abortiva prodotta in Francia. Ma documenti resi noti in passato dal "Washington Post" rivelano che la Fda è al corrente che la Danco Laboratories acquista il farmaco dalla Shanghai Hualian. La Fda stessa nel 2002 ha però rispedito al mittente due cargo di medicinali della società cinese, un antibiotico e un diuretico, perché non rispettavano gli standard di sicurezza americani. In risposta all’articolo del "Times" di ieri la Fda ha fatto sapere con un comunicato di «non essere al corrente che i problemi emersi allo stabilimento che produce il farmaco antileucemia siano in qualche modo collegati alla produzione del mifepristone». Ma alcuni esperti americani ieri mettevano in evidenza che la Fda ha il dovere di investigare qualsiasi dubbio emerga sulla qualità dei farmaci importati negli Usa e che in caso di incertezza deve ritirare il farmaco dal commercio. Uno dei primi passi che la Fda dovrebbe compiere, stando a Sidney Wolfe, un difensore dei diritti dei malati, è quello di avviare ispezioni a tappeto di tutti gli stabilimenti della Shanghai Hualian. La Danco Laboratories, più volte interpellata, si è rifiutata di commentare la notizia. (E.Mol.) Avvenire del 01/02/2008 p. 14