«Se non si corre al più presto ai ripari, in Medicina generale rischiamo il default». Il grido d’allarme degli Mmg risuona ormai da anni, ma ora si è fatto se possibile ancora più intenso. «Tra sottostima del numero delle borse a disposizione per i corsi post laurea e graduale pensionamento dei colleghi, a partire dal 2021 il quadro diventerà drammatico», spiega Philip Rings, delegato Fnomceo all’incontro sui fabbisogni del 18 maggio con Miur, Regioni e ministero della Salute.
E continua: «L’emergenza in Medicina generale è in parte sovrapponibile a quella dei medici ospedalieri, che tra i pluriennali blocchi del turn over e la massiccia messa in quiescenza sconteranno sempre più gli effetti del vuoto formativo tra le nuove leve e i colleghi più anziani. La Medicina generale potrà salvarsi ancora per qualche anno solo aumentando il massimale e l’ottimale, ma in assenza di soluzioni tempestive declinerà, proprio in una fase in cui il riordino dell’assistenza sul territorio è diventato cruciale.
Eppure, stimare il fabbisogno reale non è certo impossibile, se si parte dal dato di un Mmg ogni mille pazienti e di un medico della continuità assistenziale ogni 5mila. Ma proprio quest’ultimo comparto è destinato a scomparire per primo». «Va aumentato da subito e in modo consistente – afferma il segretario nazionale della Fimmg Sylvester Scotti – il numero delle borse per il corso di formazione specifica in Medicina generale».
Le richieste della Fimmg potrebbero arrivare al raddoppio, tenendo conto di alcune variabili come la – eternamente rinviata ma sempre più pressante Convenzione per la Medicina generale, l’eventuale aumento dei massimali e la doppia partita vaccinazioni e cronicità. Ma c’è anche un problema di programmazione: un dossier messo a punto dalla Fimmg conferma come «un’adeguata programmazione del numero di borse messe a concorso dalle Regioni (1.027 nel 2015-2018 e 982 nel 20162019) determinerà un ricambio generazionale che appare in prospettiva largamente insufficiente a coprire le carenze create dai pensionamenti per la scarsità di medici aventi titolo all’accesso alla Medicina generale».
Fonte Il Sole 24 Ore Sanità