Il 10% dei medici consiglia al paziente app specifiche Il 30% di tutti i medici utilizza Facebook, 28% specialisti usa LinkedIn
30 novembre 2017 – affaritaliani
Ricerca Gfk , dotazione tecnologica aumentata di oltre 50% in 5 anni
La dotazione tecnologica dei camici bianchi è aumentata di oltre il 50% in 5 anni, secondo una ricerca Gfk, promossa da Univadis, portale di riferimento della divulgazione scientifica specialistica, che a Milano presenta la rinnovata piattaforma italiana nel corso del convegno ‘Il futuro dell’in-formazione medica’.
Gli accessi avvengono non più solo da pc, ma anche da altri dispositivi mobili: l’88% dei medici utilizza uno smartphone per lavoro (con un incremento del 51% rispetto al 2013) e il 61% un tablet (+55%). Il medico cerca soprattutto aggiornamenti professionali e informazioni: linee guida per diagnosi e trattamenti, informazioni e studi sui farmaci, approfondimenti sulle patologie.
Univadis, servizio di Aptus Health, è una piattaforma rivolta a oltre 3 milioni di professionisti della salute in più di 90 paesi e in 17 lingue. “Univadis rappresenta fin dalla sua origine un portale che racchiude in sé informazioni di alta qualità, non finalizzate a pubblicizzare farmaci, e sintesi di alto valore scientifico.
Una bussola, un buono strumento per la pratica clinica per tutti i medici e anche per i medici di famiglia”, spiega Paolo Spriano, medico di medicina generale, vice presidente Snamid e medical writer Univadis. “Più del 30% degli aggiornamenti scientifici dei medici avviene attraverso la rete, soprattutto per il medico specialista. Internet con i siti web, i portali dedicati, le banche dati, la letteratura, le riviste e gli articoli rappresenta uno dei primari canali di informazione”, osserva Paolo Bortolussi, product manager – brand and customer experience Gfk Italia.
I social ricoprono ormai un ruolo attivo anche nella formazione del medico: più della metà del campione, il 59% degli specialisti e il 54% dei medici di base, utilizza i canali social per la propria professione: network di colleghi, associazioni scientifiche, riviste scientifiche e siti di aziende farmaceutiche. Il 30% di tutti i medici utilizza Facebook, mentre LinkedIn viene consultato soprattutto dagli specialisti per il 28%, contro il 17% dei medici di base.Attiva, secondo i dati della ricerca, anche la comunicazione ‘peer to peer’ per un confronto con i colleghi: si creano gruppi WhatsApp (38% di specialisti e 32% di medici di base) o mailing list tra colleghi (29% tra gli specialisti e 23% tra i medici di base). Mentre lo specialista utilizza il confronto per analizzare casi clinici (80%), il medico di base, nell’82% dei casi, si scambia informazioni sugli aspetti normativi e burocratici della professione.
L’uso di Youtube è sostanzialmente analogo: 46% per lo specialista contro 41% medico di base. Lo specialista usa il canale per seguire congressi, presentazioni di esperti o tutorial sull’uso di un device medico; mentre il medico di base per diagnostica, per immagini e tutorial sull’uso di un device medico. Anche le App dedicate alla professione vengono utilizzate: l’85% dagli specialisti e il 73% dai medici di base, soprattutto per la posologia dei farmaci, per i calcoli di indici medici specifici e per le interazioni farmacologiche.
Oggi, il 10% dei medici consiglia al paziente app specifiche che consentono di ricordare al paziente le visite di controllo, monitorare l’aderenza alla terapia, comunicare e condividere esami e referti con il medico. “Mi sembra incoraggiante questa apertura verso la tecnologia e le app, ma c’è anche molto da fare sulla formazione per muoversi in questa ‘giungla’. La tecnologia è importante, ma deve esserci sempre spazio per il confronto specialistico umano”, sottolinea Guendalina Graffigna, coordinatrice del Centro di ricerca sull’engagement EngageMinds Hub.