Le Regioni italiane denunciano difficoltà nell’erogare le prestazioni sanitarie essenziali e si disegna con il DM70 una migliore assistenza territoriale. A risorse costanti, come è avvenuto sempre in questi ultimi anni, come si possono ridurre ulteriormente i costi per fronteggiare le nuove necessità? Ne parla Mattia Altini Presidente nazionale di Leadership e Management in Medicina (SIMM) e Direttore per l’Assistenza Ospedaliera della Regione Emilia Romagna.
“L’attenzione ai costi, intesi come capacità di rendimento delle risorse consentite dalla fiscalità collettiva, è ovviamente un fattore chiave. Nella impossibilità di aumentare il finanziamento si deve sicuramente lavorare sul rendimento delle risorse. Per agire su di esse si deve innanzitutto guardarle non in verticale, vale a dire a compartimenti stagni o a silos, ma analizzando il percorso del paziente.
Perché all’interno del percorso del paziente, cioè nei passaggi tra UO diverse, operatori diversi, si annidano tante interfacce che possono modificare il valore del processo assistenziale senza aumentarne i costi. Oppure addirittura togliendo attività che non possono essere portatrici di valore.”
“Questo lavoro di analisi del percorso del paziente ci consente di determinare come fare ad aumentare il rendimento delle risorse. Ovviamente lo dobbiamo contestualizzare nei processi assistenziali: si vede anche quali sono i fattori di produzione che alimentano il processo.
Es.: nella oncologia un fattore produttivo è certamente il farmaco, ma altrettanto importante è la poltrona di D.H. o di D.S. dove il paziente è accomodato mentre riceve il farmaco. Il che significa che l’efficientamento di quel prodotto sanitario sarà di organizzare bene tutto l’orario delle poltrone, combinando a seconda del tipo di terapia che verranno somministrate, in modo da garantire che più pazienti possibile ricevano il farmaco giusto.
Quindi da una parte il farmaco appropriato, ma dall’altra l’efficientamento della piattaforma produttiva, in modo da consentire che a più pazienti venga erogato il trattamento.”
“L’esperienza Covid-19 non ha posto tanto l’attenzione sul tema costi, ma ci ha portati a riflettere sul modello assistenziale più efficace. Cioè quello che trascina il costo è la valutazione del best-setting che può generare valore. Per esempio: non usare la migliore portaerei per far atterrare degli aerei da turismo.
L’ospedale dunque non andrà occupato da interventi che non necessitano di quella grandissima mole di prestazioni che l’ospedale può offrire (anastesista, robot-chirurgico, cardiochirurgia, neurochirurgia, terapia intensiva, etc.). Certamente, per restare nell’esempio della oncologia, non per l’assunzione di una chemioterapia orale. Perché userei male la piattaforma.
Quindi abbiamo capito che la maggior parte delle attività che sono concentrate in ospedale possono avere un asset territoriale: valore alto per il cittadino, ma impegno inferiore delle risorse che possono garantire la prestazione.”
“Per quanto riguarda la componente manageriale pura, come i direttori sanitari, si dovrebbe porre grandissima attenzione da una parte alla formazione dei dirigenti sanitari del futuro, e dall’altra parte al middle management, come i direttori di UO, che gestiscono questi momenti di cambiamento, dove abbiamo bisogno di mescolare le competenze cliniche con quelle di dirigenza pura.
Perché serve elaborare un pensiero originale sul futuro. Innovazione, energia, riflessioni che ci consentano di immaginare un modo nuovo di fare le cose. Dove si possano esaltare il valore ed aumentare il rendimento che deriva dalle risorse che sono sempre quelle della fiscalità generale.”
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SIMM – Società italiana di Leadership e Management in Medicina – Nasce nel 2006 dalla stretta collaborazione con la British Association of Medical Managers e con l’American College of Physician Executives, per promuovere, sviluppare e consolidare anche in Italia il ruolo e la funzione manageriale nella professione medica. sito-web
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